sabato 25 agosto 2012

Perchè Darwin aveva ragione


Disquisire di creazionismo ed evoluzionismo - fra svuotati vicoli di paese, con anziani homo sapiens sapiens, mentre si è intenti a finire di leggere Il più grande spettacolo della terra di Richard Dawkins - è quanto di più divertente mi potesse capitare in quest’afosa giornata di fine agosto.
Fra le varie ipotesi – addotte come verosimili dalle mie interlocutrici - sull’origine della terra e della specie homo, vi è una che, in particolare, ho ritenuto degna di essere divulgata, non tanto per la scientificità dell’enunciato quanto per l’immaginifica visione che se ne trae:

«si dice (quale essere sano di mente accrediterebbe questa tesi? ) che in quel tempo (quando?) uno scimmione prese una donna nella foresta e la portò in una grotta (che ci faceva l’unico esemplare femmina nella foresta? E, soprattutto, chi l’aveva creata?) e da quell’accoppiamento animalesco nacquero dei bambini e così via l’umanità! Gli esseri umani popolarono la terra e poi nacque Cristo. Dio generò tutto.».

(La traduzione del dialogo in dialetto roccafortese e le parentesi tonde sono mie).

Si può dire che questa teoria, alquanto fantasiosa, è frutto sì dell’ignoranza dei luoghi e delle condizioni contingenti antecedenti che non hanno permesso una buona e proficua scolarizzazione, ma soprattutto è frutto di quella commistione tra sapere popolare e cattolicesimo integralista a causa di cui caddero vittime molte generazioni di giovani sapiens sapiens.

Essere dei ferventi creazionisti è quanto ci viene insegnato sin dalla tenera età, poi, fortunatamente, alcuni scelgono consapevolmente di esserlo, altri invece se ne allontanano definitivamente a causa di un’altra teoria, più scientifica, più, a mio avviso, attendibile, che porta il nome di evoluzionismo.

Nel 1859 L’origine delle specie di Charles Darwin scosse le fondamenta del mondo. Darwin sapeva che la sua teoria avrebbe creato scompiglio, ma non avrebbe mai potuto immaginare che, un secolo e mezzo dopo, la controversia avrebbe continuato imperterrita ad infuriare. Darwin dedica al tema dell’evoluzione umana, nella sua opera più celebre, solo undici portentose parole: «Verrà fatta luce sull’origine dell’uomo e sulla sua storia».

L’evoluzione è considerata ormai un fatto dalla maggioranza degli scienziati autorevoli; anche teologi illuminati hanno ceduto alla teoria, eppure milioni di persone continuano a negarla, a non insegnarla nelle scuole, a non divulgarla o per ignoranza o per obbedienza a una religione, con risultati davvero inquietanti.

I creazionisti sono profondamente innamorati della documentazione fossile perché hanno imparato, fra loro, a ripetere che essa è piena di lacune, lanciando accuse e sfide al grido di: mostrateci gli stadi intermedi!

In realtà è già una fortuna avere dei fossili, e l’evoluzione sarebbe assolutamente certa, anche se non si fosse mai fossilizzato neanche un cadavere. Una vera smentita dell’evoluzione sarebbe, invece, scoprire anche solo un fossile nello strato geologico sbagliato. Ancora non è accaduto!

Fra tutte le superficiali critiche incentrate sull’anello mancante, le più stupide sono due. E noi risponderemo a entrambe. La prima è: «Se l’uomo è disceso dalle scimmie attraverso le rane e i pesci, perché la documentazione fossile non comprende le “ ranimmie”?».  La seconda è: Crederò all’evoluzione solo quando vedrò una scimmia partorire un bambino». Con quest’ultima dichiarazione si commette l’errore di pensare che i grandi cambiamenti evolutivi avvengano da un giorno all’altro.

Alla prima domanda Dawkins risponde che naturalmente le scimmie non discendono dalle rane. Le scimmie e le rane condividono un antenato che non somigliava né alle prime né alle seconde. Forse somigliavano un poco a delle salamandre di cui esistono i fossili.

Alla seconda domanda risponde affermando che gli esseri umani non discendono dalle scimmie. Abbiamo semplicemente un antenato in comune. L’antenato comune doveva somigliare più alle scimmie che a un uomo, e forse lo avremmo chiamato scimmia se lo avessimo conosciuto, circa 25 milioni di anni fa. Nessun animale dà origine all’improvviso ad una nuova specie. L’evoluzione è difatti un processo graduale.

Giunti a questo “stadio” nasce spontaneo affermare come sarebbe bello se i critici dell’evoluzione si disturbassero anche solo ad apprendere i minimi rudimenti della materia che criticano.

Basterebbe loro inserirsi seriamente nel dibattito ancora in corso, come lo stesso Dawkins ha auspicato. Egli con Il più grande spettacolo della terra fornisce loro un’esauriente panoramica delle prove scientifiche dell’evoluzionismo, prendendo in esame varie discipline, dalla chimica alla biologia, dall’embriologia alla paleontologia, conducendo il lettore lungo un affascinante itinerario di studi iniziato e aperto da Darwin.

Perché Darwin aveva ragione!


Richard Dawkins (Nairobi 1941), biologo evolutivo.
Il più grande spettacolo della terra / The Greatest Show on Earth
Arnoldo Mondadori editore, 399 pagine.
VOTO: 10/10

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