Mariuccia,
dopo essere andata a fare le sue commissioni, stava tornando a casa quando
Giuseppe le passò vicino e le rivolse uno sguardo. Il più bello del paese
l’aveva notata. Per poter essere la sua ragazza avrebbe fatto tutto. Si
vergognò immediatamente di quel pensiero. Abbassò lo sguardo rossa in volta e
affrettò il passo per tornare a casa. Anche il ragazzo però l’aveva notata.
Mariuccia era una delle ragazze più belle del paese, sarebbe stato bello
poterla avere come aveva avuto Francesca, ma sapeva che non sarebbe stato
altrettanto facile. Giuseppe vide tre ragazzi e fermò la moto vicino a loro.
Uno un po’ grassottello gli disse: “Te la sei scopata?”
“Secondo
te?” gli rispose Giuseppe sorridendo.
“Bé, non è
una cosa di cui vantarsi… sono stati in molti a farsela… compreso io” si
intromise un ragazzo poco più basso di Giuseppe, ma altrettanto piacione. Il
suo nome era Domenico. Era vero, anche lui, si era fatto Francesca, ma tra loro
due c’era uno strano rapporto. Sapeva che non era una ragazza seria, che non
aveva alcuna intenzione di mettersi con lui, ma gli piaceva la sua sensualità,
il suo carattere e la sua simpatia. Se non fosse stato certo che gli avrebbe
riso in faccia, le avrebbe chiesto di mettersi insieme. “… ma come tu usi lei,
lei usa te… scommetto che non riusciresti a fare in modo che ti sia fedele…”
concluse il suo ragionamento. Non ne era però del tutto sicuro. Più di una
volta Francesca gli aveva fatto capire che Giuseppe gli piaceva molto, più di
qualsiasi altro del paese.
“Lui può
farcela!” si intromise il ragazzo robusto di nome Antonio, che si poteva dire
che fosse il gemello siamese di Giuseppe, da quanto gli stava vicino. Si poteva
dire che lo venerasse come un dio o addirittura che lo amasse. Giuseppe guardò
l’ultimo ragazzo che fino a quel momento era rimasto in silenzio. Aveva degli
occhiali, molto magro e non era affatto attraente. “Che ci fa Michele con voi?”
“Ci ha
aiutato con i compiti e noi per ricompensa abbiamo deciso di portarcelo con
noi.” rispose Antonio ridendo. Con aiutare intendeva dire che lo avevano
costretto a farglieli al posto loro e fino a quel momento non avevano fatto
altro che prenderlo in giro.
“Cosa
scommettiamo che Giuseppe riesce a convincere Francesca a darla a Michele?” gli
venne l’illuminazione ad Antonio
Domenico
scoppiò a ridere e poi rispose: “Ci sto, ti darò per un mese la mia moto.”
Michele
diventò rosso per l’imbarazzo e cercò di rimediare provando a dire qualche
cosa. Ma cosa? Non gli veniva in mente nulla. Poi gli arrivò il colpo di genio.
“Scommetto
che Giuseppe non riesce a farsi Mariuccia.”
Gli altri
due tacquero e guardarono Giuseppe. Conoscevano la ragazza e sapevano che
quella sarebbe stata davvero una mission impossible. Giuseppe anche lui era
incerto sulla riuscita, ma non poteva mostrarsi insicuro davanti ai suoi amici.
“Ci sto… se
vinco dovrai corteggiare Stefano.”
I tre
scoppiarono a ridere, mentre Michele accettava. “Se vinco io, però mi dovrai
regalare la tua moto.”
“Ehi! Non
esagerare!”
“Ok, la
userò per un mese” si corresse Michele.
I quattro
ragazzi si guardarono attentamente. Chissà chi avrebbe vinto le due scommesse,
si chiedevano e cosa davvero ne sarebbe uscito fuori. Giuseppe si ricordò che
aveva appena visto Mariuccia tornare a casa e decise di iniziare a fare la sua
prima mossa. Ripartì con la sua moto e lasciò gli amici. Fece più veloce che
potè, tanto che in una curva per poco non rischiò di andare dritto. Riuscì a
raggiungerla prima che imboccasse una stradina che la portasse a casa.
“Ciao
Mariuccia, stai andando a casa?” cercò di esordire, ma adesso che cosa le
avrebbe detto? Era partito di fretta e furia, ma come avrebbe iniziato a
rompere il ghiaccio con la pia Mariuccia? Era con quell’aggettivo che tutti la
prendeva in giro. Sempre casa e chiesa e aveva una vocina così sottile che
durante le interrogazioni le professoresse si dovevano sforzare per sentirla. “Bene”
sembrò udire Giuseppe e la vide arrossire. “Speriamo che non inizi a urlare!”
pensò. Poi trovò il modo per giustificare il fatto che le aveva rivolto la
parola. “So che tu sei molto brava a scuola e io avrei bisogno di aiuto… ti
dispiace se qualche volta vengo a casa tua a farmi aiutare? Te ne sarei molto
grato.”
“Devo
chiedere ai miei genitori” mormorò Mariuccia prima di correre via a casa. Non
lo dava a vedere, ma era molto contenta. Giuseppe, il più bello del paese, le
aveva rivolto la parola… sperò che i genitori non avrebbero fatto storie. Non
ne fecero perché a parte l’amica Lucia, quella era la prima persona che
Mariuccia portava in casa e in genitori erano un po’ preoccupati per la vita
molto asociale dalla figlia. Anche Giuseppe si allontanò, ma era molto
demoralizzato. Non era affatto sicuro che ce l’avrebbe fatta. Però le aveva visto
gli occhi verdi, il corpo formoso, il viso delicato. Ci doveva assolutamente
provare.