domenica 16 settembre 2012

Roccaforte di fuoco








 

 
 
 
 

Non bastava la mano piromane a gettare nello sconforto il paese di Roccaforte del Greco, la cui montagna è bruciata insieme ai sacrifici, al sudore e l'amore dei pochi coltivatori rimasti. Anche l'incuria umana, sia di alcuni autoctoni sia di coloro che l'amministrano, ha letteralmente surclassato quello che, in un tempo molto lontano, poteva considerarsi un piccolo gioiello dell'aspromonte.
Il fumo, la cenere, il fuoco non hanno offuscato, però, l'obbiettivo dei nostri modesti mezzi: ecco a voi difatti il confronto tra le immagini, riportate nei video, di un paese che si difende con una straordinaria bellezza, e di un paese ( si veda sopra) che,  al contempo, è vittima di un sistematico abbandono culturale e sociale.

Non è necessario commentare il degrado in cui versa perché fortunatamente ne abbiamo le prove.  Com'è possibile che nessuno riesca a vedere quello che noi invece abbiamo fotografato?
E' evidente che, sia da parte di alcuni cittadini sia da parte degli amministratori, l'interesse a salvaguardare l'ambiente è pressoché minimo; le strutture esistenti versano in stato d'abbandono; i servizi non sono contemplati nonostante ci sia ancora chi doverosamente paga le tasse; le vie di comunicazione sono molto più che precarie.

Nonostante ciò è innegabile il fascino e la bellezza dei luoghi.
Se solo ci fosse il coraggio di cambiare, se solo i giovani, vicini e lontani, fossero capaci di sfruttare il cambiamento facendo rivivere un paese ormai morto, se solo ci fosse un'altra mentalità politica e culturale forse si potrebbe auspicare una nuova era, non solo per Roccaforte del Greco, ma per l'intera aria grecanica.

Ci auguriamo che  il nostro pezzo venga letto, anche, da chi di dovere oltre che dai voi lettori estranei alla causa. Faremo in modo che giunga loro voce, lasciandovi con la promessa di ritornare sui luoghi fotografati per constatare se qualcosa è stata fatta.  Se le parole possano servire a denunciare almeno un po' di ingiustizie, non verso gli uomini che meriterebbero di estinguersi, ma verso la natura, che nel bene e nel male ci ha sempre concesso il nutrimento.



2 commenti:

  1. Condivivo totalmente quanto esposto nell'articolo. A conferma di ciò ripropongo quanto scritto nel libro pubblicato nel 2008. “per invertire l'attuale congiuntura bisognerà puntare in futuro su iniziative economiche che mirino a valorizzare l'ambiente e il territorio, a sviluppare il turismo e il commercio dei prodotti tipici” Purtroppo la mancanza di una mentalità politica e culturale adeguata non consente di poter fare quel salto di qualità necessario per evitare l'estinzione del paese.
    Francesco Palamara

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  2. Purtroppo, per invertire l'attuale (e oserei dire secolare) congiuntura di cui lei parlava, bisognerebbe auspicare l'avvento di persone "nuove", persone che purtroppo attualmente non vi sono in larga misura per non dire totalmente assenti. Non sono ottimista, le confesso. Credo, altresì, sia un'utopia non prevedere l'estinzione del paese; è innegabile che il lavoro da compiere per risollevarlo sarebbe immane. E dunque ci chiediamo, quali sarebbero le persone giuste per compiere questo lavoro? Basterebbe che fossero dei giovani iniziati alla res pubblica? Basterebbe loro una laurea per potersi definire idonei a condurre una battaglia così complicata? E' difficile rispondere, e sa perchè? perchè credo che sia i giovani, laureati o non, competenti o non, abbiano da cambiare, a Roccaforte come in altri paesi, prima sè stessi e il loro modo di concepire la cultura e la politica. Non credo in questi luoghi sia solo la persona nuova a far la differenza ma il cambiamento mentale e prospettico di tutti, nessuno escluso. E poi, di nuovo? si può cambiare lì dove non c'è volontà di cambiare? E' UN DISCORSO INFINITO!

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