martedì 16 settembre 2014

Una storia poco conosciuta I


Spesso capita che la Storia venga cristallizzata dei libri di scuola o subisca una semplificazione che fa perdere la complessità degli eventi, oppure semplicemente la si ignora parzialmente o la si modifica affinché corrisponda alla propria ideologia. Nella più che millenaria storia della nostra penisola, il Risorgimento è quello che più di ogni altro a mio avviso ha subito deformazioni, semplificazioni oppure viene totalmente ignorata. 

giovedì 26 giugno 2014

Oh questi Greci, superficiali per profondità

Una delle cose più difficili da accettare nella vita è l'impotenza afferma la filosofa Michela Marzano. Quell'attimo di silenzio che ci precipita addosso quando capiamo che non possiamo piu fare niente. Perché quello che sta accadendo non dipende da noi. Perché non si possono controllare le reazioni altrui. Perché la piega inattesa ci spinge a guardare quello che succede. Impotenti.  Immobili. Talvolta disperati; questa è, pressapoco, la consueta reazione di fronte ai soprusi subiti o percepiti come tali.

Dopo l'uragano, abbattutosi su di noi come comunità, abbiamo avuto l'urgenza di dire qualcosa che ci portavamo dentro e che non potevamo piu tacere. L'urgenza di dare corpo a quelle parole che si affollano e s'impongono. L'urgenza della condivisione e del dono. Anche se poi, quando si scrive, non ci si può solo accontentare di "gettare" a casaccio le parole sulla carta. Perché la scrittura è anche tanto esigente. E allora non tollera gli strafalciono, la fretta, la mancanza di cura. Si scrive per lasciare una traccia. Per dire quello che conta veramente. Per trovare le parole adatte. Per colmare un vuoto. Per farsi capire. Per non lasciare che il tempo cancelli i ricordi, le offese e i soprusi. Si scrive perché le parole danno un senso a quello che si vive e che si percepisce. Le parole permettono di ritrovare il filo perso, anche quando urlano la collera e il dolore, anche quando, rileggendole, ci deludono, anche quando nessuno ha voglia di ascoltarle, le parole dette e scritte ci inseguono sempre. Bisognerebbe sempre dirle e scriverle le parole,  anche se feriscono o anche se ci riempiono d'orgoglio.

Ma credeteci, è terribilmente difficile! È avvilente ancor più la consapevolezza di quanto poco cambino le cose e le persone. Se poi la libertà è ancora il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire, essa non mancherà di perdonare la franchezza. Non mancherà, ci auguriamo, di far autocritica rispetto al disastroso modo di affrontare i problemi, le accuse, le ingiustizie, il futuro. I sentimenti a riguardo non potevano essere confusi né all'epoca né ora:  l'amore come la libertà è partecipazione! E quest ultima non c'è stata e, presumo, mai ci sarà, perché ci vuole coraggio,  perché la nostra è una terra avara ma ricca di storia e cultura. E per le strade semivuote dei nostri paesi grecanici riecheggiano le parole del filosofo Nietzsche che, ne la Gaia Scienza, di noi disse:< Oh questi Greci! Loro sì sapevano vivere; per vivere occorre arrestarsi animosamente alla superficie, all'increspatura, alla scorza, odorare l'apparenza,  credere a forme, suoni, parole, all'intero olimpo dell'apparenza! Questi Greci erano superficiali- per profondità >.

domenica 25 maggio 2014

Intervista ad un prete

L' altro giorno ho incontrato un giovane prete, con cui ero entrato in confidenza da un po'. Per curiosità gli ho fatto una domanda, dal quale è nato un interessante dialogo, che riporto volentieri.
Io: Come giudichi gli omosessuali?
P: Giudicarli? Scagli la prima pietra colui che è senza peccato? Tu sei senza peccato?
Io: Io non di certo.
P: (ride) Nemmeno io e non sono nessuno per poterli giudicare. Sarà Dio a farlo.
Io: E Dio come pensi che li giudicherà?
P: Con sommo amore, come Gli è solito.
Io: Secondo Lui loro potranno salvarsi?

P: Se ameranno Dio con tutto se stessi e se ameranno il prossimo come amano se stessi, forse potranno conquistare la salvezza, e se anche noi osservassimo questi due comandamenti, forse ci potremo salvare. Il Paradiso non è precluso a nessuno, ma la via per raggiungerlo è stretta, mentre quella per la perdizione è larga ed è fatta di odio, amor proprio ed egoismo.

domenica 23 febbraio 2014

Hippolita 10

Senza poter fare nulla l’enorme clava di Eracle si abbatté sulla sua testa e lo fece volare lontano.
-Non ascoltarlo! Gli dei ingannano e sono spietati!-
-Lo so ed è per questo che stavo per togliermi la cintura… loro uccideranno altri pur di uccidere noi… non voglio essere la responsabile delle morti di altre persone…-
-Non mi importa delle altre persone… io voglio vivere con te…-
-Sei egoista come loro… sei egoista come lo ero io un tempo…- Hippolita aveva preso la sua decisione, si sarebbe tolta la cintura. Lo aveva già fatto in passato. L’aveva consegnata all’uomo che aveva davanti. L’uomo che amava con tutto il cuore. Fu il motivo della sua morte.
-Non è giusto!- urlò Eracle affranto –Non puoi farti carico di tutti loro… io ho provato in passato a essere il loro eroe, a salvarli… ma non si possono salvare tutti… non puoi salvare le persone che ami…-

sabato 8 febbraio 2014

Hercules: l'inizio della leggenda

Hercules: l’inizio della leggenda


Voto: Immondizia

 


Questo film è la dimostrazione di come ormai Hollywood ha poche idee e per sopperire ad esse usa alcuni espedienti commerciali, indirizzati soprattutto a catturare i soliti bimbiminkia. Si tratta di usare un protagonista di fama internazionale, in questo caso si tratta di Hercules ma poteva essere anche Robocop… personaggi di fantasia entrati nella memoria collettiva che da soli attraggono molti spettatori. Che fanno però gli sceneggiatori? Lasciano solo il nome di questa icona e stravolgono tutto il resto. Visto che però il personaggio potrebbe non bastare, si forma un cast che porti le nuove generazioni al film. Quindi come protagonista si sceglie uno di Twilight o come sua spalla il protagonista del telefilm di Spartacus. Questo è il grosso del processo creativo, il resto è più semplice. Un avviso, parlerò del film in maniera diffusa e quindi con tanti spoiler, se non volete rovinarvi la sorpresa (brutta) evitate di leggere.

sabato 1 febbraio 2014

Frana, silente, la montagna di Roccaforte del Greco





Roccaforte del Greco- Un violento nubifragio, iniziato giorni addietro come pioggerella autunnale, si è abbattuto nella mattinata di oggi, 1 febbraio 2014, sulla zona dell’area grecanica, producendo, a Roccaforte del Greco, una frana, una delle tante negli anni.  
Geomorfologicamente complesso, con una struttura paesaggistica - naturalistica splendida e variegata, Roccaforte è il comune che più di ogni altro è, in questa zona, esposto a rischi idrogeologici. Il patrimonio boschivo di quest’area, gran parte distrutto dagli incendi, costituisce la principale soluzione ai problemi derivanti da smottamenti.
La frana in questione è partita nei pressi della contrada "Paci";  una parte di costone si è staccato dalla montagna e il materiale è sceso, riversandosi sulla strada provinciale, presso il vallone sottostante e sul manto stradale; erano le 9 circa. I Soccorsi sono giunti tempestivi.
Il problema idrogeologico affonda le proprie radici in una cementificazione selvaggia, priva di alcuna opera di contenimento e di vie di sfogo per acqua e inerti.
Una ridistribuzione funzionale degli assetti urbanistici, armonizzata da opere strutturali, e un rimboschimento massiccio potrebbero ridare maggiore sicurezza ad un luogo che, storicamente, rappresenta la culla della magna Grecia.    

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