domenica 12 aprile 2015

Su crocifissi, immigrati e cristiani.

Domenica di Pasqua durante una riunione di famiglia mi è capitato di trattare con un mio parente alcuni temi che riguardano la nostra religione e gli altri. Non si poteva partire che dall'immancabile crocifisso che si vuole togliere dalle aule delle scuole pubbliche. Il mio parente sosteneva che non andasse tolto, soprattutto non per una forma di rispetto nei loro (con loro intendeva i musulmani) confronti. Se noi andassimo nei loro paesi, ha continuato, di sicuro non saremmo rispettati alla stessa maniera. Io invece sono a favore di togliere il crocifisso, perché le scuole pubbliche sono luoghi laici e non dovrebbe esserci nessun riferimento ad alcuna religione, nemmeno a quella praticata dalla maggioranza di fedeli presenti in quel paese che si definisce laico. Per fortuna nel nostro paese esistono anche le scuole paritarie, quindi se uno vuol vedere il crocifisso nelle aule, può decidere di iscrivere il figlio in una di esse. Mi sono definito laico nel pubblico e cattolico nel privato, perché pratico la mia confessione senza imporla agli altri, si che siano atei, musulmani, buddisti ecc. Lui invece sostiene che dovremmo essere sempre cristiani e che facendo così stiamo perdendo la nostra identità e presto loro ci porteranno alla rovina. A questo punto interviene a suo favore, un'altra mia parente. Il crocifisso ci deve essere perché così prima di un esame posso cercare consolazione in lui. A parte che uno può trovare conforto nella suo dio senza bisogno di un'immagine, ma se la sua fede necessita di un oggetto può sempre portarsi una collanina con un crocifisso e con una mano tenerla stretta. A questo punto il discorso non poteva scivolare che sugli immigrati. Il mio parente sosteneva che ci hanno rovinato e che il lavoro non c'è per colpa loro. Gli ho chiesto quale era la sua soluzione: mettere delle navi nel Mediterraneo e sparare agli immigrati sui barconi?
La risposta hitleriana è stata si. Ho sentito un brivido lungo la schiena, perché forse non si rendeva conto della gravità della sua risposta. In questa settimana ho pensato al fatto che lui dice che dobbiamo essere cristiani totalmente e che dovremmo sparare agli immigrati. Probabilmente il mio parente pur essendo cattolico, non ha mai aperto il Vangelo o non ha mai ascoltato il prete durante una predica. Gesù ha detto: Ama il prossimo tuo come te stesso. Non sparargli. Infine c'è un bellissimo passo del Vangelo di Matteo:

Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».


Gli immigrati sono forestieri e noi li dobbiamo ospitare perché riconosciamo in loro Gesù. In aula non c'è bisogno di un crocifisso, perché ci voltiamo verso il nostro compagno di classe sia esso rom, musulmano o nero e vediamo Gesù. Non si tratta di buonismo, ma della nostra identità, della nostra vera identità. Se ci aggrappiamo ad un segno esteriore come un crocifisso per considerarci cristiani e non agli insegnamenti di Gesù, non siamo dei veri cristiani, ma siamo farisei, sepolcri imbiancati.

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