venerdì 25 ottobre 2013

Hippolita 8

Hermes avanzò nel buio della caverna. Tutto era andato secondo i suoi piani. L’illusione che aveva preparato aveva ingannato quei due sciocchi e ora si prestava ad incontrare il suo alleato. La divinità dalla natura ambigua si inginocchiò al suo cospetto.
-Tutto sta andando secondo i nostri piani?- chiese il suo alleato nascosto nelle tenebre
-Si mia signora…-
-Bene… ora non ci resta che aspettare. Tu, mio caro, salverai noi tutti dal destino che ci era stato riservato. Quello sciocco di Zeus aveva vincolato tutti noi a quel patto. Non avremmo più dovuto intervenire nelle questioni dei mortali. Lo abbiamo fatto e come siamo stati ripagati? Con l’oblio. La fede dei mortali è venuta meno e noi ci siamo sempre più indeboliti. Per poter mantenere un briciolo del nostro potere, una minima parte, ci siamo dovuti nascondere con le sembianze degli umani! Io ho dovuto usare la mia saggezza per architettare questo piano-


-Era necessaria la morte degli altri dei? Di Zeus?- chiese il dio messaggero un po’ perplesso
-Purtroppo si… Poseidone è stato una perdita indesiderata, ma se volevamo riunire gli dei contro una minaccia e farli venire al cospetto del mondo non potevamo fare altro… gli uomini devono vederci in tutta la nostra potenza e credere in noi! Torneranno a credere in noi…-
-Mia signora… i piani degli dei però non sono quelli di venire allo scoperto… Apollo vuole usare un mostro credo e gli altri li vogliono affrontare nell’Olimpo…-
-Sono molte le variabili e molti i giocatori in questa partita a scacchi… ma non sono forse stata io a inventare il gioco?- chiese retoricamente a Ermes che fece solo un sorriso di assenso.

Intanto Apollo era nella sua villa e stava accordando la sua chitarra, quando entrò la sorella Artemide e lo accarezzò al volto.
-Cosa ti preoccupa, fratello?- gli chiese la dea della caccia
-Il compito che mi sono preso… vedi mi sentivo messo da parte e vedevo che i riflettori erano tutti puntati su quel sciocco di Ares e su quel bastardo di nostro zio… e così ho aperto bocca… ora però il problema è fare ciò che ho promesso… usare un mostro per sconfiggere la coppia che ci minaccia… certo! Peccato che sono destinato a fallire! La donna fin quando avrà quella cintura è imbattibile e poi Eracle è l’uccisore di tutti i mostri! Chiunque gli mandi contro, lui li ha già sconfitti…-
Apollo appoggiò la sua testa sul seno della sorella e chiuse gli occhi. Lei lo lasciò fare e lo accarezzava dolcemente, come se fosse un bambino e lei la sua mamma.
-Mi è venuta in mente un’idea…- dichiarò la dea- so come piegare la ragazza e quale mostro usare per farlo.-
Apollo alzò il volto dal seno e guardò la sorella con uno sguardo diabolico.

Ippolita infine raggiunse il suo innamorato. I due si guardarono negli occhi e si riconobbero. Si corsero incontro, si abbracciarono e si scambiarono un intenso bacio sotto la pioggia.
-Non permetterò che qualcuno ci separi- disse dopo Eracle
-Nemmeno io-
In quel momento i due sentirono un applauso e poco dopo comparve Ares.
-Cosa intendete fare? Ucciderci tutti?-
-No- rispose Ippolita
-Si- rispose contemporaneamente Eracle
Il dio della guerra scoppiò a ridere e aggiunse: -Dovreste mettervi d’accordo
-Lasciateci vivere in pace e noi lasceremo vivere in pace voi- sostenne Ippolita
Eracle invece non era di questo avviso, però avrebbe fatto qualunque cosa lei avesse voluto. La follia dell’odio era stata sostituita dalla follia dell’amore. Quello che era certo è che rimaneva un folle. Sorrise dentro di se a questo pensiero. No, non era più un folle. Lo era stato solo in un’ora. Quando Era lo aveva minacciato e lui era impazzito e aveva ucciso Era e Atena, che si trovava là. Si era reso conto di quello che aveva fatto e sapeva che Zeus e gli altri dei lo avrebbero punito. Si finse pazzo e trovò l’aiuto di Ade che in cambio voleva la morte di Poseidone e di Zeus, i suoi due fratelli. In realtà voleva solo spaventare e dividere gli dei. Voleva che qualcuno cercasse Ippolita e qualcuno lo aveva fatto. Ares.
-Restituiscimi le armi che ti ho donato e lo faremo- rispose Ares
-No… non permetterò che la uccidiate di nuovo… non vi combatteremo se voi non ci combatterete…-
-Mi dispiace, ma non mi fido di voi- sostenne Ares
-Nemmeno io di voi- ribatté Eracle
-Dunque è guerra!- urlò Ares prima di scomparire nel nulla
-E’ molto teatrale e non ha paura di essere scoperto… questo potrebbe rivelarsi un problema, anche se credo che le mie azioni hanno fatto un danno maggiore…-
-Tu non sei folle…- constatò Ippolita
-Non più… ma non credo di essere completamente in controllo di me stesso… dall’inizio di questa vicenda mi sento controllato… le mie azioni non sono del tutto ragionate… come se ci fosse un cattivo scrittore che imbastisce una trama per me fatta di azioni di violenza…-
-Sei paranoico…- disse sorridendo Ippolita lasciandosi abbracciare all’uomo che aveva sempre amato
-Forse… ma tu non conosci la mia famiglia…-
-Non importa… ora vieni a casa mia che dobbiamo recuperare millenni…-

Ippolita iniziò a correre seguita dalla montagna di muscoli, non accorgendosi però che nell’ombra qualcuno li stava osservando. Non vedeva l’ora che se ne andassero per entrare in azione

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