sabato 21 gennaio 2023

Giù dal water

 

Entrò barcollando nel bagno. Fu una grande impresa, visto che la stanza non aveva alcuna voglia di stare ferma, ma gli continuava a vorticare intorno. Arrivò appena in tempo al water, la tavoletta era come al solito già alzata per fortunata. Si inginocchiò come davanti a un sacro altare e appena in tempo fece uscire dalla bocca il suo vomito che odorava di alcool. Aveva veramente bevuto tanto quella sera. Non ricordava nemmeno il perché e che diavolo aveva fatto prima di arrivare a casa sua. Questa era casa sua? Si chiese, mentre tirava lo sciacquone. Cadde all’indietro e atterrò con il deretano sul pavimento. Era veramente sfinito, ma gli effetti dell’alcool non se ne volevano andare. Cazzo esclamò, quando sul bordo del water vide un enorme ratto che lo guardava con i suoi occhi iniettati di sangue. 


Era salito dal cesso? Quando l’animale iniziò a parlargli, scosse energicamente la testa. Non era possibile! Giurò che non avrebbe mai più bevuto in vita sua… così tanto. Che cosa diceva quel ratto? E’ tardi? Tardi per cosa cercò di domandargli. La sua voce sembrava molto strana e spaventosa alle sue orecchie. Possibile che l’avessero drogato? Il ratto gli buttò un pezzo di formaggio. Lo raccolse e sorridendogli gli disse che era generoso a dargli il suo cibo. Il ratto sorrise e gli rispose che quello non era il suo cibo. Inspiegabilmente si mise in bocca il formaggio che gli aveva dato il ratto. Appena lo deglutì, si sentì strano. Le sue mani diventavano sempre più piccole e con esse tutto il resto del suo corpo. Adesso tutto il bagno era gigantesco e il ratto era più grande di lui. Scese giù dal water e lo invitò a salirgli in groppa, anche se più che una richiesta sembrava un ordine. Lo fece e poi il ratto con un salto tirò lo sciacquone e poi si tuffò dentro la tazza. Lui ovviamente urlò un nooooooooooooooo, che presto fu ammutolito dalle acque dello scarico. Il vortice lo allontanò dal suo destriero e lui iniziò a rimbalzare contro i tubi. Per fortuna che aveva già vomitato. Poi però non riuscì più a trattenere il respiro e iniziò ad affogare e perse i sensi… quando si svegliò vide gli enormi occhi del ratto che lo guardavano contento. In bocca aveva uno strano sapore e il ratto gli disse che gli aveva dovuto fare la respirazione bocca a bocca. Il poveretto al solo pensiero del ratto che lo baciava, vomitò di nuovo. Prima o poi l’allucinogeno smetterà di fare effetto, sperò, e allora scoprirò che mi trovo disteso in strada senza una scarpa e il portafoglio, concluse. Il ratto lo incitò ad alzarsi. Avevano tanta strada da fare prima di incontrare la regina, ma prima doveva prendere un altro pezzo di formaggio. Lo fece, inspiegabilmente, un’altra volta. Doveva essere un sogno, altrimenti perché faceva cose che non voleva fare? Mangio il pezzo di formaggio e tornò alla sua normale statura. Il ratto iniziò a correre e lui lo seguì. Iniziò a guardarsi attorno. Erano nelle fogne. La puzza che gli entrava nel naso e che stava distruggendo il suo olfatto erano la prova più grande. In quel momento si accorse che i suoi vestiti erano impregnati di una strana sostanza melmosa. Cazzo! Merda! Merda non era un’imprecazione, ma la strana sostanza melmosa che aveva addosso. Dopo un po’ vide una luce abbaiante provenire dalla fine del tunnel. Finalmente il Sole, pensò, finalmente all’aria aperta. Era così, ma il tunnel della fogna finiva in una cascata alta almeno trenta metri. Cazzo! Cazzo! Cazzo! Il ratto lo incoraggiò a tuffarsi. Stavolta riuscì a mostrargli il suo dito medio. Una piccola ribellione che gli costò un doloroso morso nella caviglia. Gli faceva un male cane, ma soprattutto aveva paura che quel ratto avesse la rabbia o qualsiasi altra malattia. Con la zampetta gli intimò di saltare. Scosse la testa vigorosamente e per paura di un’altra rappresaglia indietreggiò dall’animaletto bastardo. Quello però allargò le spalle come per dire che non importava e si tuffò in un doppio salto carpiato con avvitamento… con sollievo lo vide arrivare nel fondo senza farsi nulla. Va bè, non gli importava, doveva trovare un altro modo per tornare a casa e ancora non capiva che cosa lo aveva spinto a seguire quel dannato ratto. In quel momento dietro le sue spalle sentì uno strano rumore, si voltò e vide un migliaio di scimmie con strani cappellini e sopra dei tricicli lanciarsi contro di lui in un attacco kamikaze. Lui e le scimmie caddero dalla cascata. Finito di nuovo nell’acqua, ma senza farsi nulla (cosa molto strana, se non fosse in un sogno) arrivò alla riva, dove ad aspettarlo c’era quello stronzo del ratto che lo guardava con i suoi dentoni giallastri. Il morso gli faceva malissimo. Sicuramente stava per morire. Gli chiese dove lo stesse portando. Il ratto gli rispose che lo stava portando alla festa della Regina e che erano quasi arrivati. Proseguirono lungo il fiume generato dalla cascata della fogna. Il ratto si fermò e gli disse che erano arrivati e che dietro quelle foglie c’era la Regina. Oltrepassarono le foglie e vide che la regina… era un coccodrillo molto molto ingrassato, che aprì la bocca e si complimentò con il ratto per averle portato la cena. Urlò di portargli la testa. Il nostro povero umano a queste parole se la fece addosso. La regina iniziò a ridere. Fare paura agli uomini la metteva di ottimo umore, perché lei quando era stata un coccodrillino, gli umani l’avevano presa e buttata nella tazza del cesso. Che paura che aveva avuto quel giorno! Da allora mangiare e spaventare gli umani era il suo più grande passatempo. Dopo essersela fatta addosso, lui iniziò a correre per cercare di scappare. Anche se non era in forma, la regina lo era ancora di meno. Solo quel bastardo del ratto gli stava alle calcagna e ogni tanto gli rifila uno dei suoi odiosi mostri. Alla fine giunse in un’altra cascata, stavolta la fine nemmeno si vedeva. Doveva essere alta almeno cento metri. Dietro di lui il ratto e la regina si stavano avvicinando. Terrorizzato scelse di morire nella maniera meno dolorosa e si lanciò…Ahhhhhhhhhahahhaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh!

Quando aprì gli occhi, si ritrovò nel suo bagno. Fece un profondo respiro e ringraziò qualsiasi Dio esistesse che fosse solo un sogno. Si rialzò da terra e si avvicinò al water perché aveva un bisogno impellente. Si avvicinò lentamente. Per qualche motivo, anche se era un sogno, aveva una grande paura. Quando fu abbastanza vicino, guardò dentro. L’acqua era calma e non c’era niente al suo interno. Per fortuna era tutto normale. Fece un sorriso e iniziò a sbottonarsi i pantaloni. Stava per tirarlo fuori quando dal water apparve il coccodrillo con la bocca spalancata e la richiuse staccando la testa del poveretto. Da dietro il water uscì il ratto che iniziò a mordere il cadavere e tra un boccone e l’altro disse - E’ questo il mio cibo, coglione -

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