Domenica di Pasqua durante una riunione
di famiglia mi è capitato di trattare con un mio parente alcuni temi
che riguardano la nostra religione e gli altri. Non si poteva partire
che dall'immancabile crocifisso che si vuole togliere dalle aule
delle scuole pubbliche. Il mio parente sosteneva che non andasse
tolto, soprattutto non per una forma di rispetto nei loro (con loro
intendeva i musulmani) confronti. Se noi andassimo nei loro paesi, ha
continuato, di sicuro non saremmo rispettati alla stessa maniera. Io
invece sono a favore di togliere il crocifisso, perché le scuole
pubbliche sono luoghi laici e non dovrebbe esserci nessun riferimento
ad alcuna religione, nemmeno a quella praticata dalla maggioranza di
fedeli presenti in quel paese che si definisce laico. Per fortuna nel
nostro paese esistono anche le scuole paritarie, quindi se uno vuol
vedere il crocifisso nelle aule, può decidere di iscrivere il figlio
in una di esse. Mi sono definito laico nel pubblico e cattolico nel
privato, perché pratico la mia confessione senza imporla agli altri,
si che siano atei, musulmani, buddisti ecc. Lui invece sostiene che
dovremmo essere sempre cristiani e che facendo così stiamo perdendo
la nostra identità e presto loro ci porteranno alla rovina. A questo
punto interviene a suo favore, un'altra mia parente. Il crocifisso ci
deve essere perché così prima di un esame posso cercare
consolazione in lui. A parte che uno può trovare conforto nella suo
dio senza bisogno di un'immagine, ma se la sua fede necessita di un
oggetto può sempre portarsi una collanina con un crocifisso e con
una mano tenerla stretta. A questo punto il discorso non poteva
scivolare che sugli immigrati. Il mio parente sosteneva che ci hanno
rovinato e che il lavoro non c'è per colpa loro. Gli ho chiesto
quale era la sua soluzione: mettere delle navi nel Mediterraneo e
sparare agli immigrati sui barconi?
La risposta hitleriana è stata si. Ho
sentito un brivido lungo la schiena, perché forse non si rendeva
conto della gravità della sua risposta. In questa settimana ho
pensato al fatto che lui dice che dobbiamo essere cristiani
totalmente e che dovremmo sparare agli immigrati. Probabilmente il
mio parente pur essendo cattolico, non ha mai aperto il Vangelo o non
ha mai ascoltato il prete durante una predica. Gesù ha detto: Ama il
prossimo tuo come te stesso. Non sparargli. Infine c'è un
bellissimo passo del Vangelo di Matteo:
Quando
il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli,
si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a
lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il
pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua
destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che
stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in
eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e
mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi
avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a
trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti
abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti
abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo
ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto
ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re
dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste
cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a
me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me,
maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi
angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho
avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete
ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi
avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai
ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o
in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità
vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi
miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
E
se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita
eterna».
Gli immigrati sono forestieri e noi li
dobbiamo ospitare perché riconosciamo in loro Gesù. In aula non c'è
bisogno di un crocifisso, perché ci voltiamo verso il nostro
compagno di classe sia esso rom, musulmano o nero e vediamo Gesù.
Non si tratta di buonismo, ma della nostra identità, della nostra
vera identità. Se ci aggrappiamo ad un segno esteriore come un
crocifisso per considerarci cristiani e non agli insegnamenti di
Gesù, non siamo dei veri cristiani, ma siamo farisei, sepolcri
imbiancati.