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Vengo svegliate dalle urla di mio
padre. Oggi devo per forza andare a scuola. Non ne ho assolutissimamente voglia.
Ma ci devo andare per forza… mogia mogia mi vesto prendendo le prime cose che
mi capitano dall’armadio. Stranamente indosso una tuta nera elasticizzata che
non credevo nemmeno di avere e una felpa con il cappuccio… scendo giù e mio
padre mi aspetta. Mi porterà lui a scuola… che palle.
Non appena esco dall’auto, vedo
una ragazza che mi saluta. E’ Jessica. Le vado incontro e nel frattempo sento
un paio di fischi alzarsi dietro le mie spalle. I ragazzi della scuola hanno
già saputo che sono single e tornano alla carica? Mi volto e fulmino tutti con
un’occhiataccia. Tutti si voltano dall’altra parte. Bene.
-Ciao Bella, come va?- mi chiede
Jessica
Faccio un’alzata di spalle e
allora lei cerca di consolarmi. Ti passerà, mi dice. Ma io non voglio che passi,
io voglio tornare con Edward. Per tutta la mattinata cerco Jacob. Di solito lui
mi fa ridere e ho proprio bisogno di una risata. Chiedo a Jessica. Dice che
Jacob è ammalato e che è da una settimana che non si fa vedere a scuola. Una
settimana? E come mai io non me ne sono accorta?
- Perché non facevi che stare con
Edward e ci hai ignorati tutti- mi dice schiettamente Jessica.
-Mi dispiace molto- le dico -
cercherò di rimediare. Vuoi uscire stasera?
Jessica non è molto convinta, ma
alla fine accetta. La giornata prosegue monotona fin quando non suona l’ultima
campanella. Prendo la borsa per la palestra a casa e poi vado subito dal mio
maestro preferito. Mi compare l’immagine di Edward davanti che mi dice di non
andarci.
-Sei geloso?- urlo –Bé non mi
dovevi lasciare!
Edward scompare dispiaciuto e
forse terrorizzato e appena succede, divento triste, forse non avrei dovuto
trattarlo cosi… però lui mi ha lasciato, mi ha spezzato il cuore e se lo
meritava. Mi volto e vedo che ci sono un paio di persone che mi guardano…
continuo a parlare tenendomi l’orecchio, forse penseranno che ho l’auricolare e
non penseranno che sono pazza… forse…
Me lo merito. L’ho abbandonata.
Che cosa pretendo? Che non mi odi? Che devo fare? Forse è meglio che vada a
parlare con Alice. Lei è una donna, mi potrà dare sicuramente dei buon
consigli. Sto per uscire dalla mia camera, quando si para davanti Tanya.
-Ed… sei molto triste in questi
giorni come mai? Certo, non è che di solito sei solare e allegro, ma adesso sei
più tenebroso del solito… che c’è che non va? Con me puoi confidarti-
Non so se è una buona idea, ma ho
bisogno di parlare con qualcuno e forse Alice è con Jasper a fare i piccioncini
e vederli insieme, vedere tutti i miei parenti insieme, mi dà molto fastidio.
Inizio a parlare con lei. Le dico che sono preoccupato per Bella. Che ha deciso
di fare arti marziali e che già sembra felice senza di me.
-Non è quello che volevi. Pensavi
che con te fosse in pericolo e che la vostra relazione non era una buona cosa…
l’hai lasciata per il suo bene e lei adesso sembra trovare la sua strada ed
essere felice…-
Le sue parole hanno un senso. Se
voglio la sua felicità, se la amo davvero, la devo lasciar vivere. Si rifarà un
vita, si innamorerà di nuovo e si sposerà con un altro… io continuerò ad
osservarla e sarò felice di vederla felice.
-…ma anche tu devi esserlo felice
e puoi esserlo con…- Tanya si avvicina sempre di più a me e poi le sue labbra
sfiorano le mie. Per un secondo la lascio fare, voglio pensare che siano le
labbra di Bella, ma non è la stessa cosa. La allontano.
-Mi dispiace…- le dico –ma non
posso… non ora…-
Tanya delusa esce dalla sua
stanza e la mia mente si rivolge di nuova a Bella.
E’ finita la lezione. Mi sento
bene. Chuck si avvicina a me e mi chiede se va meglio rispetto a ieri. Gli
faccio un sorriso. Una cioccia di capelli mi cade sul volto, lui me la
risistema dietro l’orecchio e mi dice che gli fa piacere. Io arrossisco e poi
lui se ne va…
Tornata a casa, mi faccio una
doccia veloce e poi mi preparo per uscire. Mi metto un paio di pantaloni di
pelle, una maglietta grigia e un gilet di pelle. Ma da dove saltano fuori
questi vestiti? Forse le ha comprati mio padre, prima che venissi non sapendo
che gusti avevo. Va bè non fa niente, mi piaccio. Jessica è sotto e mi suono il
campanello. Scendo e iniziamo ad andare in giro per la città. Andiamo al
cinema.
-Non qualcosa di romantico- le
impongo. Delusa, scegliamo l’unico altro film disponibile. Uno con tante
esplosioni e inseguimenti. Siamo le uniche ragazze senza ragazzo a vederlo.
Usciti dal film, passiamo vicino ad un bar. C’è un naziskin che ci insulta:
-Ehi lesbo! Non vi va un cazzo da ciucciare?- e poi scoppia a ridere.
-Ci ha preso per lesbiche?-
chiede Jessica e per la prima volta sembra notare come mi sono vestita
-Su troiette, venite qua…-
-Andiamocene… è un naziskin e
pure ubriaco- dice preoccupata Jessica, mi prende il braccio e cerca di
strascinarmi via.
-Ehi tu! Invece del braccio della
tua amica sai cosa potresti prendere?-
-Basta!- urlo. Ne ho abbastanza
di quel sacco di merda e dei suoi insulti. Mi libero dalla stretta di Jessica e
mi lancio ad affrontarlo. L’immagine di Edward mi appare davanti e mi dice di
non farlo, che è pericoloso. Non lo ascolto e mi fermo davanti al ceffo.
-Hai capito che è meglio uno di questi
che la patatina?-
Mi avvicino con fare
accondiscendente, gli metto una mano in mezzo alla gamba e poi glielo stritolo.
Lui urla e cerca di colpirmi con un pugno. Lo schivo e poi lo mando a stendere
con un calcio. Torno da Jessica, che mi guarda con la bocca spalancata.
-Come…come haiii fattooo?-
balbetta
Boh, non lo so nemmeno io, però mi sento meglio e mi
sento soprattutto soddisfatta di me stessa.