mercoledì 30 maggio 2012

Il discorso della Libertà


Il discorso della Libertà.

“Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni.” Così si concludeva il discorso del 30 Maggio 1924 di Giacomo Matteotti alla Camera dei Deputati durante il quale denunciava gli imbrogli avvenuti nelle elezioni  dello stesso anno e che avevano visto le milizie fasciste falsificarsi usando la forza contro gli elettori o coloro che raccoglievano le firme per presentare alle elezioni le proprie liste. Un discorso fatto esercitando la propria libertà di espressione e che non era per nulla prudente come gli ricordava il Presidente della Camera Alfredo Rocco: “Onorevole Matteotti, se ella vuole parlare, ha facoltà di continuare, ma prudentemente.” Alla quale affermazione Matteotti rispose: “Io chiedo di parlare né prudentemente né imprudentemente, ma parlamentarmente”. Egli credeva nel parlamento e in ciò che rappresentava, il luogo in cui si esercitavano le libertà di espressioni e di pensiero individuali, in cui ci si scontravano, ci si confrontava per il bene del paese. Al momento non era quello però il parlamento. Quel luogo aveva solo il nome, ma i concetti su cui si basava non c’era più. Il parlamento veniva svuotato ogni giorno dal suo significato. Affinché non accadesse del tutto, affinché tutti si ricordassero il valore della libertà, si alzò e fece il suo discorso. Sapeva anche però quello che rischiava e infatti disse: “Io il mio discorso l’ho fatto, ora voi preparate il discorso funebre per me.” E’ così fu. Il 10 Giugno scomparve e il suo corpo sarà poi ritrovato privo di vita. Rapito e ucciso da alcuni membri della polizia politica. Il suo gesto di libertà all’ONOREVOLE MATTEOTTI  era costata la vita. Ma Matteotti aveva detto un’altra cosa in un’altra occasione: “Uccidete pure me, ma l’idea che c’è in me non l’ucciderete mai.” E’ così è. Matteotti è il simbolo di colui che vuole essere libero. Non è facile esserlo, anzi per quanto scomoda possa essere la posizione è più facile restare in ginocchio. Matteotti ci ha insegnato che invece far sentire la propria voce ed esercitare la propria LIBERTA’ è la cosa più bella che ci possa essere, anche se è molto cara. Per questo noi prendiamo ad esempio la sua vita e lo consideriamo un eroe. Per questo noi oggi vogliamo ricordare lui e il suo discorso.

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