sabato 18 novembre 2023

Pietro Ruffo conte di Catanzaro


 

Pietro Ruffo appare nella storia intorno al 1239, quando Federico II appunto gli affida la custodia del castello di Crotone. Da questo momento la fiducia del re nei suoi confronti cresce e con essa gli incarichi che gli vengano affidati, inoltre al suo fianco ci sono due nipoti Giordano e Folco, probabilmente poeta appartenente alla scuola siciliana ma non solo. 


Dopo la morte di Federico II seguendo il suo testamento diventa re suo figlio Corrado IV, mentre a Pietro Ruffo viene assegnato il governo della Sicilia e della Calabria. Nel 1254 Corrado muore e viene designato suo successore il figlio Corradino ancora fanciullo e quindi come suo reggente è scelto dal defunto sovrano Bertoldo di Hohenburg, mentre Pietro continua a mantenere l’amministrazione della Sicilia e dalla Calabria e stabilisce la sua dimora a Messina. A questo punto però Bertoldo non riesce a farsi riconoscere come reggente, mentre si impone in questa veste, il figlio illegittimo di Federico II, Manfredi.

A Messina si spingeva verso l’autonomia dalla corona, mentre Pietro voleva incentrare nelle sue mani tutto il potere e questo porta ad una ribellione e alla sua cacciata dalla città. Pietro quindi si rifugia in Calabria. Qui inizia una rivolta contro Manfredi per potersi emancipare dal suo controllo. Il Principe invia un esercito guidato da Corrado Truich e Gervasio di Martina per sedare la rivolta e questi ci riescono. Pietro Ruffo sconfitto scappa nei territori pontifici, ma a Terracina viene raggiunto da un sicario inviato da Manfredi e ucciso. Le uniche fortezze che resistevano a Manfredi erano quelli di Santa Cristina e di Bovalino tenute da Folco Ruffo, ma alla fine anche lui è costretto alla resa e viene esiliato. Il destino però dei Ruffo non era segnato e infatti la famiglia tornerà in Calabria, quando Carlo d’Angiò conquisterà il regno sconfiggendo a Benevento Manfredi.

Folco Ruffo è il capostipite dei Ruffo conti di Sinopoli e principi di Scilla e da un ramo di esso sarebbe poi germogliato quello dei Ruffo di Bagnara, principi di Motta San Giovanni.

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