domenica 29 luglio 2012

Sesso e Morte


Sesso e Morte
Luca era un ragazzo che aveva appena compiuto diciotto anni, portava un paio di occhiali molto spessi per via della sua grave miopia. Non era bello anzi era piuttosto brutto con il suo acne che ricopriva tutto il volto e le sue enormi orecchie a sventola e quindi non aveva molto successo con le ragazze. Anzi non ne aveva affatto. Non aveva mai fatto sesso in vita sua e visto che ormai era adulto voleva provare questa esperienza ad ogni costo. Non voleva più essere vergine. Si era diretto in un locale di spogliarelliste. Sapeva che le ragazze davano uno spettacolo privato a quelli che pagavano abbastanza. Lo sapeva perché glielo aveva detto un suo amico. Aveva raccolto abbastanza soldi tra quelli che gli erano stati regalati per il compleanno dei diciotto anni e quelli che aveva risparmiato sulla paghetta mensile. Con questa intenzione varcò la porta di quel locale. La prima cosa che notò furono i vari uomini adulti che guardavo le ballerine con la lingua di fuori e sbavando. Una stava ballando intorno al palo. Uno degli spettatori si era alzato, aveva messo due dita dentro la bocca e le aveva fatto un fischio. A lui però interessava una ragazza che stava facendo lo spogliarello al palco centrale. Aveva i capelli rossi e gli occhi verdi. Non poteva avere più di venticinque anni. Il suo corpo era perfetto. Si tolse il reggiseno, lo lanciò nella sua direzione e lui l’afferrò senza nemmeno accorgersene. Lei lo guardò e gli sorrise. Lui fece un grande sorriso e si sedette per assistere al resto dello spettacolo. La ragazza mise le dita sulle mutandine e iniziò a farle scendere. Luca non vedeva l’ora che succedesse ma la ragazza sembrò ripensarci e buttatasi per terra iniziò a strusciarsi con il pavimento del palco. Lui sentì il desiderio crescere in mezzo alle gambe. Quanto la desiderava. Avrebbe voluto salire sul palco e prenderla là stesso. Dopo un paio di altri minuti in cui lei danzava, salutò il suo pubblico e se ne andò. Come da copione aveva fatto vedere e non vedere. Luca scattò dalla sua sedia e si diresse verso i camerini. Uno dei buttafuori si parò davanti a lui e gli chiese dove credeva di andare. Il viso divenne rosso e con molto imbarazza gli chiese: “Come si chiama la ballerina rossa che si è appena esibita? Vorrei parlare con lei.”
Il buttafuori sembrò diventare gentile e gli risponde: “Si chiama Iskar, ma guarda che il fatto che ti ha lanciato il reggiseno non vuol dire che le piaci. Lo fa sempre. Per averla devi pagare e anche molto. Tu puoi permettertela, ragazzo?”
Luca a quelle parole si era reso conto che teneva alla sua mano stretto stretto il reggiseno della ballerina e fu ancora più imbarazzato. Alla domanda se poteva permetterla fece di si con la testa. Credeva di avere tanti soldi, sperò che potessero bastare.
Il buttafuori divertito gli disse che l’avrebbe fatta chiamare, disse qualcosa a una cameriera che al momento aveva sotto l’ascella il suo vassoio. La cameriera fece cenno con la testa come se avesse capito e poi entrò nei camerini. Il buttafuori si voltò poi verso di lui e gli fece cenno di aspettare un po’. Dopo qualche minuto uscì in vestaglia Iskar. Lo guardò con attenzione e poi gli fece cenno si seguirlo dentro i camerini. Il buttafuori gli schiacciò l’occhio e lo lasciò passare. Dagli altri camerini si sentivano dei gemiti di piacere. Luca pensava che il momento clou si stava per avvicinare e la tensione iniziò ad assalirlo. Le mani iniziarono a sudargli e dovette sbottonare il collo della camicia per poter respirare meglio. Iskar davanti a lui fece un leggero sorriso e gli chiese se per lui fosse la sua prima volta che veniva in un locale come quello.
Le mormorò di si. La paura lo stava per paralizzare. Lei si voltò e presegli le mani gli sussurrò all’orecchio se fosse la sua prima volta. Lui diventò rosso e molto imbarazzato le fece di si con la testa. Lei gli sorrise e gli disse: “Allora per la tua prima volta è meglio se vieni a casa mia. Sarai più al tuo agio, sarai più rilassato e sicuramente farai molto bene ciò che devi fare. Aspettami fuori al locale alle due di notte. Finisco a quell’ora.”
Luca timidamente osò chiederle quanto volesse e lei gli chiese di rimando quanti soldi avesse. Le rispose che aveva cento euro. Non era vero, ne aveva molti di più, ma spero che quelli bastassero. Gli si avvicinò e con voce sensuale gli rispose: “Di solito ne prendo duecento, ma per te farò un’eccezione.”
Fece un largo sorriso e uscì di fretta dal locale. Iskar divertita pensò che non le sarebbe più capitato di incontrare uno così in questi tempi. Si diresse verso il suo camerino, aprì la porta e trovò all’interno un uomo che le sorrideva malignamente. Le chiese: “Hai trovato un’altra preda?”
Gli sorrise di rimando e gli rispose: “Questo è speciale, questo è vergine.”
I due scoppiarono a ridere. Le loro risate si propagarono per i camerini e una ragazza che si muoveva sensualmente sopra il suo grasso e ricco cliente si fermò inquieto. Il cliente le mormorò di continuare e lei zelante fece finta di nulla e ricominciò a muoversi.
Luca aspettava di fuori e non poteva credere a quello che gli era successo. Una donna bellissima le aveva detto che lui era un’eccezione. Guardò il suo riflesso su una vetrina e anche se era lo stesso di sempre si sentì più bello. Si sentì speciale. Aspettò con impazienza fino alle due di notte. I clienti iniziarono a defluire uno ad uno come se si fossero messi d’accordo per non dare nell’occhio. Quando furono le due e cinque e non vide uscire Iskar, pensò che probabilmente aveva trovato un altro cliente e si era dimenticato di lui. Girò le spalle al locale e triste stava per andarsene, quando una voce gli disse di aspettare. Anche se l’aveva sentita poche volte, ormai per il suo orecchio era inconfondibile. Tornò a essere contento e si girò mostrandole un largo sorriso. La ragazza gli tese la mano e, dopo che questo tutto eccitato l’afferrò, gli disse di seguirlo. Non poteva credere che davvero gli stesse succedendo. Una goccia d’acqua gli cadde sul viso e poi tante altre. Lei gli disse di fare in fretta e insieme mano nella mano iniziarono a correre sotto la pioggia. Penso che se qualcuno li avesse visti poteva scambiarli per una coppia di fidanzati. Che bello sarebbe stato. Forse sarebbe potuto succedere. Dopo aver fatto l’amore, le avrebbe parlato. Sentiva che stava per innamorarsi di lei. Mentre correva però non si accorse che qualcuno li seguiva saltando da un tetto ad un altro con molta facilità.
Lei abitava in un appartamento fatiscente non molto lontano dal locale, al secondo piano. Si fermò davanti al portone per prendere la chiave. La pioggia le aveva bagnato tutti i capelli e tutto il suo corpo sexy. La maglietta bianca ormai bagnato gli faceva vedere i seni e soprattutto i capezzoli turgidi. Dovette deglutire per l’eccitazione. Entrarono. Sui muri non si riusciva a non scorgere la grande umidità. Le mattonelle delle scale erano quasi tutte scheggiate e ricoperti da decine di strati di polvere. Nel pavimento al secondo piano vide un’enorme macchia rosso scura e sperò che non si trattasse di sangue. Quando giunsero alla porta, che per miracolo rimaneva ancora sui suoi cardini, il cuore tornò a battergli forte. Lei si voltò come se capisse la sua agitazione e mettendogli una mano tra i capelli gli disse di non preoccuparsi, che tutto sarebbe stato molto facile e che gli sarebbe piaciuto da morire. Quando pronunciò la parola morire fece uno strano sorriso abbastanza inquietante. Girò la chiava e aprì la porta che gigolò sinistramente. Avanzò nell’oscurità e poi gli disse di entrare e di chiudere la porta. Senza dire nulla, fece come gli aveva detto. Lei lasciò cadere il giubbotto bagnato a terra e gli indicò l’appendiabiti per il suo. Poi presogli di nuovo la mano lo portò con molta delicatezza nell’unica stanza che c’era a parte il bagno e la cucina. Lo fece sedere sul letto e aprì una piccola lampada per fargli vedere il suo stupendo corpo. Si tolse di dosso la maglia bianca che sembrava essersi attaccata alla sua pelle e le fece vedere i suoi enormi seni. Poi andò da lui, gli disse di stare tranquillo, gli poggiò la mano sulla patta dei pantaloni e iniziò a strusciarla. Lui sentì il piacere crescere e lei sorrise soddisfatta.
“Adesso che sei pronto”, gli disse, “cosa vuoi che ti faccio? Vuoi che te lo lecco o vuoi scopare direttamente?”
Voleva scopare. Era ovvio. Lo fece sdraiare sul letto e gli sbottonò i pantaloni e calò la zip. Poi glielo tirò fuori dai pantaloni. Non era molto grosso ma non era piccolo, era normale. Gli calò i pantaloni e le mutande fino alle ginocchia e poi lei si tolse la minigonna di pelle. Non portava le mutandine, quindi era completamente nuda davanti a lui. Era la prima volta che vedeva una donna nuda. I suoi occhi andarono subito là, nell’organo femminile che aveva visto solo nelle foto dei giornali erotici e nei film porno. Aveva una leggera peluria, ma non gli dispiaceva anzi lo eccitava di più. Lei si mise sopra di lui, prese il suo organo e se lo mise dentro. Il ragazzo sentì un leggero fastidio e poi un tiepido calore. Iskar iniziò a muoversi molto lentamente e Luca iniziò a sentire un gran piacere. In quello stato di passione non si accorse di non aver messo il profilattico. Allungò una mano per toccarle una tetta ma lei afferrò i suoi polsi e li tenne fermi al materasso. Sembrava così forte e potente. Lei rise. Era solo questione di tempo e poi la sua tagliola sarebbe scattata sulla sua preda. Da tanto tempo ormai non poteva più soddisfare i suoi bisogni, da secoli o meglio millenni. In realtà lei non era un’avvenente ragazza di venticinque anni, ma un succube. Cosa è un succube? Un demone dall’aspetto femminile che attraverso il sesso si ciba dell’essenza vitale della sua vittima e dopo aver raccolto lo sperma lo dona a un incubo, un demone dell’aspetto maschile che possiede le ragazze durante il sonno. Lei però non era un succube come tanti, lei andava pazza soprattutto per i vergini e oggi giorno era molto difficile trovarli. Inoltre con l’invenzione dei preservativi, era molto difficile raccogliere nel proprio organo demoniaco lo sperma. Quando pensava ai vergini, non poteva non ricordare il Medioevo. Certo era un tempo molto pericoloso per un demone sessuale, ma c’erano tanti monaci che avventatamente avevano fatto voto di verginità. Si, l’ultimo vergine con cui era stata era proprio un giovane monaco dai capelli rossi. Poi si era dovuta accontentare degli altri uomini che le erano capitati a tiro. I suoi pensieri vennero interrotti dai gemiti di piacere del ragazzo. Presto sarebbe venuto. Presto avrebbe avuto ciò che voleva. Lui aprì gli occhi e la guardò. Perché la guardava? Perché non li chiudeva? Per lei sarebbe stato più facile non doverlo vedere negli occhi mentre gli risucchiava la sua essenza vitale, mentre lo uccideva. Scosse la testa. Che le prendeva? Era un demone! Che puntasse pure i suoi occhi su di lei, comunque non le sarebbe importato. Le mormorò che era bellissima. Certo che lo era pensò. Il suo aspetto era fatto a posta per attirare a se le sue prede. Lo poteva cambiare in qualsiasi momento. Di sicuro non le avrebbe detto che era bellissima se l’avesse vista nella sua vera forma. Decise di muoversi più veloce, non voleva più continuare quello stupido gioco. Iniziò a muoversi velocemente con il bacino. Sempre più veloce. Dai gemiti capiva che presto sarebbe venuto. Poi qualcosa la fece esitare. Tra un gemito e un altro le sussurrò che l’amava. Prima si stupì. Come era possibile che si fosse innamorata di una sconosciuta? Aveva visto qualcosa di cui innamorarsi? Poi sorrise e lo schernì. Tutti i vergini si ricordano in maniera speciale e amano la persona che gli ha strappato la verginità. Che sia la loro ragazza o una semplice prostituta. Sentiva che il momento stava per arrivare. Decise di renderlo il meno doloroso possibile. E’ vero era un demone, un’assassina ma non doveva per questo essere anche una sadica. Gli sorrise e si abbassò verso di lui. Le sue tette si strofinarono sul suo petto coperto ancora con la camicia e gli sussurrò all’orecchio che anche lei lo amava. Luca vide che le sue labbra erano vicine a quelle di lei e seguendo l’istinto la baciò. Lei pensò che fosse un povero ingenuo e che probabilmente sarebbe morto comunque prendendo qualche brutta malattia con qualche altra prostituta. Il ragazzo fece una smorfia. Era venuto. Poteva sentire il suo liquido all’interno del suo contenitore. Lui iniziò a respirare in maniera affannosa, pensò che fosse dovuto alla fatica che aveva fatto. Poi però sentì un dolore lancinante al petto e, toccandoselo con la mano destra, con quella sinistra tesa verso di lei le chiese aiuto. Lei gli fece un sorriso diabolico, stava assorbendo tutta la sua essenza. Prima aveva goduto lui dal piacere, adesso toccava a lei. Sentiva l’energia entrare dentro di lei e provocarle tanto piacere. Iniziò a gemere e a muoversi in maniera forsennata sopra Luca. Il letto iniziò a scricchiolare. Il vicino continuava a dormire, ormai ci aveva fatto l’abitudine. Mentre lei gemeva dal piacere, il corpo del ragazzo si prosciugava sempre di più e diventava tutto ringrinzito. Il cuore smise di battere e i polmoni di contrarsi. Lei non si sentiva ancora soddisfatta e si mosse su di lui per un altro minuto, poi smise non c’era più energia vitale in quel corpo da prendere. Prima di alzarsi gli diede un bacio sulla fronte e appena lo fece il corpo divenne completamente polvere. Così sarebbe stato molto più facile per lei sbarazzarsi del corpo. All’improvviso sentì una strana sensazione, si voltò e disse: “Sei già arrivato?”
Davanti a lei vi era l’uomo con cui aveva riso nel locale, era l’incubo con cui faceva coppia da millenni. Le si avvicinò, l’afferro per le cosce e dopo averla sollevata da terra la penetrò. Sentì un grande piacere e ricominciò a gemere. Ad ogni colpo l’incubo si prendeva lo sperma di Luca. Quando smisero il processo, lei si sentì più debole di prima ma era soddisfatta. Nessuno può sapere che piacere può dare un incubo a letto. Le diede le spalle e stava per uscire dall’appartamento ma Iskar appoggiata al letto gli chiese: “Dove vai adesso? E’ quasi giorno.”
L’incubo si voltò e lei poté vedere il suo sorriso inquietante. Le rispose: “C’è un convento qui vicino. Sicuramente ci sarà una vergine suora da fecondare.”
L’incubo uscì dalla stanza oltrepassando la porta. Era una fortuna per lui essere immateriale, peccato che lei non lo era più da tanto tempo. Tutto sarebbe stato molto più facile. Si alzò e presa la coperta del letto piena di polvere la buttò nella spazzatura. Poi andò a dormire, presto avrebbe fatto giorno. Prima di chiudere gli occhi non riuscì a non pensare agli occhi di Luca. Perché era diventata così debole? Le stava per venire in mente il suo grande peccato, lo scacciò dalla mente e chiuse gli occhi. Si addormentò sperando di non dover fare un bel sogno.

mercoledì 30 maggio 2012

Il discorso della Libertà


Il discorso della Libertà.

“Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni.” Così si concludeva il discorso del 30 Maggio 1924 di Giacomo Matteotti alla Camera dei Deputati durante il quale denunciava gli imbrogli avvenuti nelle elezioni  dello stesso anno e che avevano visto le milizie fasciste falsificarsi usando la forza contro gli elettori o coloro che raccoglievano le firme per presentare alle elezioni le proprie liste. Un discorso fatto esercitando la propria libertà di espressione e che non era per nulla prudente come gli ricordava il Presidente della Camera Alfredo Rocco: “Onorevole Matteotti, se ella vuole parlare, ha facoltà di continuare, ma prudentemente.” Alla quale affermazione Matteotti rispose: “Io chiedo di parlare né prudentemente né imprudentemente, ma parlamentarmente”. Egli credeva nel parlamento e in ciò che rappresentava, il luogo in cui si esercitavano le libertà di espressioni e di pensiero individuali, in cui ci si scontravano, ci si confrontava per il bene del paese. Al momento non era quello però il parlamento. Quel luogo aveva solo il nome, ma i concetti su cui si basava non c’era più. Il parlamento veniva svuotato ogni giorno dal suo significato. Affinché non accadesse del tutto, affinché tutti si ricordassero il valore della libertà, si alzò e fece il suo discorso. Sapeva anche però quello che rischiava e infatti disse: “Io il mio discorso l’ho fatto, ora voi preparate il discorso funebre per me.” E’ così fu. Il 10 Giugno scomparve e il suo corpo sarà poi ritrovato privo di vita. Rapito e ucciso da alcuni membri della polizia politica. Il suo gesto di libertà all’ONOREVOLE MATTEOTTI  era costata la vita. Ma Matteotti aveva detto un’altra cosa in un’altra occasione: “Uccidete pure me, ma l’idea che c’è in me non l’ucciderete mai.” E’ così è. Matteotti è il simbolo di colui che vuole essere libero. Non è facile esserlo, anzi per quanto scomoda possa essere la posizione è più facile restare in ginocchio. Matteotti ci ha insegnato che invece far sentire la propria voce ed esercitare la propria LIBERTA’ è la cosa più bella che ci possa essere, anche se è molto cara. Per questo noi prendiamo ad esempio la sua vita e lo consideriamo un eroe. Per questo noi oggi vogliamo ricordare lui e il suo discorso.

sabato 26 maggio 2012

Sua Santità: LA FONTE!






Chi sono queste talpe? se non sono talpe possiamo chiamarli corvi?



Da giovane e, ancora, inesperta aspirante giornalista consiglierei, ad alcuni vetusti ed espertissimi giornalisti italiani, un ripasso generale dei manuali di giornalismo, una seria lettura del vademecum dello stesso, e, soprattutto, il rispetto massimo per "le verità" e per le fonti che, talvolta, scelgono di rimanere, giustamente, anonime.
E' avvilente, per chi sogna di fare questo mestiere sentire o leggere interviste in cui l'utilissima e amatissima fonte viene definita dall'intervistatore o una spia o una talpa o un corvo.



Ci sconvolge tanto questa imprecisa denominazione dell'oggetto proprio perché a fare tali affermazioni sono gli addetti ai lavori: quasi tutti i giornali nazionali oltre che i media. Noi, giustamente o erroneamente, pensiamo che non siano né talpe, ma solo fonti confidenziali - persone che fidandosi di un giornalista hanno ritenuto opportuno raccontare di fatti o di persone così da rendere pubbliche vicende da sempre occultate -  né  corvi, cioè   persone che diffondono  "veline" anonime.
Ovviamente le veline a cui ci riferiamo non sono le celeberrime danzatrici di Striscia la Notizia, ma dei comunicati ufficiosi che vengono fatti pervenire nelle redazioni dei giornali  per informare, spesso, di eventi che vedono protagonisti personaggi di rilievo



Non è il caso del sospettato Paolo Gabriele, il soprannominato, ingiustamente, Corvo, infaticabile maggiordomo - aiutante di camera della famiglia pontificia, che - stanco delle verità taciute, dei soprusi e dell'ipocrisia del Vaticano - ha trafugato dalle camere papali documenti riservati e segretissimi per consegnarli, poi,  a colui il quale rappresenta e dimostra di essere, a mio avviso, insieme a pochi altri giornalisti italiani, il cane da guardia del potere: Gianluigi Nuzzi.



Il bravo giornalista e scrittore, autore e conduttore della trasmissione televisiva Gli Intoccabili, andata in onda su La7, ha sapientemente raccolto i documenti  creandone un libro-inchiesta, pubblicato da poco, intitolato Sua Santità - Le carte segrete di Benedetto XVI, edizioni Chiarelettere. 352 pagine capaci di far tremare il Vaticano e tutti quei cattolici che ancora si illudono che sia un luogo di preghiera e di meditazione. 352 pagine d'inchiesta in cui le fonti fanno quello che, invece, dovrebbero fare tutti i giornalisti: raccontare una qualche sporca verità. 16 euro è il prezzo di questa verità.  Il prezzo di questo degnissimo modo di far giornalismo. Il giornalismo di pochi, dei più bravi e dei più coraggiosi. Di quelli che hanno paura di non riuscire a rendere questo mondo migliore e che, così, combattono, raccontano, subiscono, e lo fanno per noi, per aprirci gli occhi accecati, ormai, da un'altro tipo di giornalismo, quello che si vende al potere e ci costringe alla cecità.



Il Corvo, intanto, sospettato dalla Gendarmeria è stato arrestato ed è ora a disposizione del promotore di giustizia, Nicola Picardi e della  magistratura vaticana che, ci auguriamo, non finisca col  metterlo al rogo.  
Sicuramente Gianluigi Nuzzi non lo farà, non la tradirà la sua fonte (o le fonti?), non tradirà il segreto, perché è un giornalista dalla bravura tangibile, perché conosce il suo mestiere, perché ha una faccia che non può mentire.









sabato 12 maggio 2012

Caos elezioni a Catanzaro

Venerdi 11 Maggio, a Palazzo De Nobili, sede del Comune capoluogo della regione Calabria, si è insediato in nuovo sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, in presenza del commisario prefettizio  Giuseppina Di Rosa, che ha passato le consegne al neo primo cittadino. Il suo mandato, non si sa se breve o meno, però è già iniziato nel peggiore dei mondi. Infatti il giorno dopo la Procura della Repubblica di Catanzaro ha sequestrato tutte le schede votate nelle elezioni comunali nel capoluogo del 6 e 7 maggio. Il sequestro e' stato disposto dal pm Gerardo Dominijanni che sta conducendo l'inchiesta su presunti episodi di compravendita di voti in cui sono indagati un consigliere eletto del centrodestra ed altre due persone. Il prelevamento delle schede, secondo quanto hanno riferito ambienti della Procura, ha carattere probatorio ed ha lo scopo di riscontrare l'ipotesi di reato di corruzione elettorale che è stata formulata. E, precisano, non ha alcun effetto sulle procedure elettorali. Il sequestro effettuato dalla Digos ha riguardato tutti i 90 seggi allestiti per le elezioni e la documentazione negli uffici della Commissione centrale elettorale.  Inoltre lo stesso giorno anziché ricevere la telefonata di congratulazione da parte del suo diretto avversario, il neo sindaco  sicuramente avrà conosciuto le sue dichiarazioni. Infatti il candidato sindaco del centrosinistra, Salvatore Scalzo, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato l'Udc e Fli, ha reso noto che è pronto e sarà presentato nel giro di pochi giorni il ricorso al Tar per chiedere l'annullamento delle elezioni.
Immediate le reazioni dei due fronti alla notizia del provvedimento di sequestro. "Non posso che essere soddisfatto - afferma il neo sindaco Sergio Abramo - della decisione della Procura della Repubblica di verificare tutte le schede elettorali. In tal modo saranno fugate definitivamente tutte le ombre che strumentalmente sono state gettate sulla mia limpida e netta vittoria. Se dovessero emergere responsabilità di natura penale queste apparterrebbero a singoli individui". Per il commissario del Pd calabrese D'Attorre, invece, "il sequestro delle schede conferma la fondatezza delle gravissime preoccupazioni che avevamo espresso in ordine alla regolarità e alla trasparenza del voto a Catanzaro". Sulla vicenda sono intervenuti anche il segretario del Prc, Paolo Ferrero che ha chiesto che le elezioni siano invalidate, e il responsabile sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, secondo cui "la battaglia per la legalità proseguirà in tutte le sedi".

venerdì 11 maggio 2012

Un calcio al calcio

Un Calcio al calcio

I campionati professionisti e dilettanti di calcio stanno ormai per giungere alla loro conclusione decretando i vincitori e i vinti per poi dare spazio agli Europei. Purtroppo in Italia in questo anno non si è parlato  e non si continuerà a parlare solo del calcio giocato. Infatti lo scandalo calcio scommesse si è allargato a dismisura generando un gigantesco terremoto che non smette di far tremare questo mondo sportivo. Uno scandalo che sembra coinvolgere tutti e che non fa che sporcare indelebilmente e per sempre la fama già non molto pulita del nostro sport preferito. Infatti sono ben 21 le squadre che fino adesso sono state deferite dal procuratore federale Stefano Palazzi, cioè: Albinoleffe, Ancona, Ascoli, Atalanta, Avesa, Cremonese, Pescara, Empoli, Frosinone, Grosseto, Livorno, Modena, Monza, Novara, Padova, Piacenza, Ravenna, Rimini, Sampdoria, Siena, Spezia e infine anche la Reggina e ben 61 i tesserati. La società di Lillo Foti è stata accusata in particolare della partita con il Grosseto e a riguardo sono state queste le parole del suo presidente: “non si riconosce alcuna responsabilità in riferimento alla gara con il Grosseto in cui, per chi l'ha vista, emerge un unico quadro fatto di ardore, lotta ed agonismo”. Ardore, lotta ed agonismo. Questo dovrebbe rendere legittima una sfida di calcio? Non sono forse elementi che si ritrovano anche nel wrestling, uno sport fittizio, in cui i risultati sono già stati decisi? Sono queste tre cose che rendono una partita di calcio giocata con onestà? No, il presidente Foti dovrà dimostrare che quell’ardore, quella lotta e quell’agonismo in realtà non fossero fittizi e lo stesso dovranno dimostrare i presidenti delle altre società. Indipendentemente da chi sarà colpevole e chi no, di sicuro il calcio sarà macchiato per sempre? Nessuno crederà più in questo sport o in quelle società? I tifosi smetteranno di andare negli stadi? Le tv smetteranno di comprare i diritti di campionati falsati? Smetteranno di circolare così tanti soldi? Io credo di no. Tutti faranno finta di dimenticare, le società cercheranno di apparire più oneste, gli arbitri puliti e incorruttibili e purtroppo le tifoserie magari torneranno a scontrarsi sugli spalti e per le città. Tutto tornerà come prima e lo sporco verrà nascosto sotto il tappeto.

giovedì 10 maggio 2012

25° Salone Internazionale del Libro di Torino


                          

Ogni anno a maggio viene allestito nella città di Torino il Salone Internazionale del Libro, meglio conosciuto come la Fiera del Libro, che ha sede nel centro espositivo e commerciale Lingotto Fiere.

Questo evento nacque nel 1988 dall'iniziativa di un libraio e un imprenditore: Angelo Pezzana e Guido Accornero ed inizialmente ebbe sede a Torino Esposizioni, un complesso fieristico anticamente chiamato il Palazzo della Moda.
Il successo del Salone negli anni è cresciuto a dismisura rendendolo la più grande manifestazione italiana dedicata alla lettura, all'editoria e alla cultura in generale, tra le più importanti in Europa. Vale la pena perciò scoprirne i dettagli.
Per chi ama la lettura o semplicemente desidera tuffarsi in un ambiente ricco di innovazione, varietà e tecnologia è possibile partecipare all'iniziativa visitando il Salone da giovedì 10 maggio a lunedì 14. Il tema conduttore presentato quest'anno è la”Primavera digitale”, quindi sempre più protagonista nelle nostre vite la tecnologia sconvolge anche la produzione e la distribuzione di risorse culturali fra primi proprio i libri. La Primavera digitale è un fenomeno che riguarda certamente il destino della fruizione culturale e quindi dell'editoria cartacea, ma in primo luogo viene vista come un influenza del digitale in ogni aspetto della società. Al Salone si troveranno dunque spazi e incontri per discutere delle nuove pratiche del leggere, lezioni di Twitter, e ancora temi come la democrazia e la politica nell'era di internet. Tutto ciò verrà curato da personaggi dell'ambiente culturale ed editoriale di rilevante spicco.
Ogni anno il Salone ospita un Paese che porta a Torino i suoi editori e i suoi autori per un innovativo scambio interculturale con l'Italia. Per il Salone del 2012 ospiti saranno Spagna e Romania: Javier Cercas, Arturo Pérez-Reverte, Clara Sánchez, José Ovejero e Antonio Soler, sono alcuni degli autori spagnoli presenti alla fiera; la Romania non coinvolgerà unicamente il Salone del Libro ma parteciperà a incontri ed eventi per tutta la città rendendosi protagonista in un ciclo cinematografico al museo internazionale del Cinema di Torino.
Come sempre saranno presenti molti ospiti internazionali tra cui Tahar Ben Jelloun che parlerà della Primavera Araba, l'americano Christopher Paolini, giovane scrittore delle storie fantasy del Ciclo dell'Eredità, Henning Mankell, uno dei maestri del giallo svedese.
In programma ci sono molte iniziative come il progetto “lingua madre”, un laboratorio di scambio interculturale con autori stranieri; il Bookstock Village, uno spazio di Lettura per ragazzi da 0 a 3 anni; il settore Dimensione Musica, dedicato al made in Italy musicale; l'incontro Book to the Future con protagonisti dell'editoria hi-tech: Amazon, con gli ultimi modelli del Kindle; Nokia con il Nokia Reading; e la Sony che propone l'e-reader più leggero al mondo, il Prs-T1.
In fine il Salone dedica uno spazio anche all'editoria religiosa e ripercorre la sua stessa storia intrecciata a quella di una Torino in rapida trasformazione: da città industriale e di produzione di beni materiali diventa mano a mano luogo di scambio di cultura riscoprendo l'arte, il cinema, il turismo e lo spettacolo. Questa metamorfosi viene raccontata al Salone attraverso la mostra La città Visibile, ultima inevitabile tappa per concludere una giornata ricca di cultura, alla scoperta di mondi reali e virtuali, nazionali e internazionali, conosciuti e meno noti, in un nucleo che si presenta come il modello di un intero mondo da conoscere.

martedì 1 maggio 2012

The Avengers

The Avengers

The Avengers è il risultato finale dell’esperimento dei Marvel Studios iniziato con il film di Iron Man. L’esperimento consisteva nel proporre dei personaggi dei comics, come era già avvenuto in passato con Batman, Spiderman, Superman, X-men ecc., in alcuni film, ma a differenza dei precedenti collegarli tra loro, ciò che succedeva nel film di Iron Man aveva conseguenze in quello di Thor o di Capitan America. Insomma creare un universo dei Supereroi uguale a quello esistente nei comics. Un universo così collegato era normale che dovesse sfociare in un film in cui comparivano tutti gli eroi dei diversi film. Iron Man è stato quello che ha introdotto quasi tutti i personaggi più importanti, soprattutto Nick Fury (Samuel L. Jacksson), il capo dello Shield, un’organizzazione di spionaggio che si occupa di minacce impossibili. Con Thor, oltre all’eroe omonimo appare anche il nemico principale del film, ossia il “fratellastro” Loki. Nel film Capitan America, compare l’eroe destinato a guidare gli altri e soprattutto l’oggetto al centro della contesta tra gli Avengers e Loki, cioè il Teserak. Doveva essere un mosaico coerente e perfetto, altrimenti tutto sarebbe potuto cadere. Poteva esserci il disastro. Un errore dei film precedenti… un incasso scarso al botteghino, avrebbe potuto far saltare in aria tutto il progetto. Questo però non è successo. I film hanno subito qualche critica, ma tutti sembrano piuttosto soddisfatti. Così hanno iniziato a pensare al film The Avengers con tranquillità. Le aspettative su questo film erano tante e si sa che più sono le aspettative più uno poi esce dalla sala deluso. Un’impresa ardua e questa impresa è stata lanciata sulle spalle del regista Joss Whedon. Per chi non lo sapesse è il creatore di Buffy e di tanti altri progetti di successo. Le sue esperienze passate le infonde in questo film e non possiamo non scorgerli. La ironia è una di queste. Ci sono almeno una ventina di dialoghi brillanti e divertenti, oltre ad una scena con protagonista Thor (Chris Hemsworth)  e Hulk (Mark Ruffalo) da essere la più comica nel film. Il fulcro della comicità è però Robert Downey Jr. nei panni di Tony Stark, alias Iron Man. La sua abilità comica viene esaltata dal registra. Tutti gli attori, moltissimi e molti di primo piano, vengono sfruttati al meglio dal regista che da spazio a tutti e li caratterizza magnificamente. Anche la Vedova Nera(Scarlett Johansson), che nel film Iron Man 2 non aveva avuto grande chance di emergere, in questo lo fa. Per via della trama, l’unico a rimanere un po’ in ombra è Occhio di Falco(Jeremy Renner), che però riesce a rifarsi nel finale. Un altro campo in cui il regista è bravo è il parlare dell’eroismo. Tra i super eroi, quelli che spiccano fra tutti sono Iron Man, un eroe che non vuole apparire come tale, Hulk/ Bruce Banner, che vorrebbe essere normale e Capitan America (Chris Evans), uomo fuori dal tempo, che riesce a essere il leader del gruppo e a guidarli contro l’esercito alieno alleato di Loki nella battaglia finale. Ma la scena che trasuda eroismo non ce l’ha un super eroe, ma un normale uomo, un agente dello Shield, l’Agente Coulson, interpretato da Clark Gregg. Pur non avendo nessun potere o qualità spaciale, si oppone al dio Loki (Tom Hiddleston) che lo uccide senza pietà. La morte di Coulson, il suo sacrificio per salvare l’umanità, è il motivo per cui i supereroi riescono a superare le loro diversità, mostrate nella prima parte del film e ben accentuate dal registra, e poter diventare un gruppo e poter affrontare la minaccia incombente.  Grandiosi l’ultima mezz’ora del film con la battaglia tra i buoni e i cattivi. Ogni cosa è perfettamente organizzata in ogni dettaglio ed è tutto spettacolare. Il 3d c’è ma anche se non ci fosse, sarebbe stato lo stesso spettacolare. Ancora una volta Joss Whedon dimostra la sua bravura e il suo talento. Un grande film grazie al suo grande talento. Andate a vederlo, come ho fatto io e non stupitevi se gli altri spettatori si alzano in piedi e iniziano ad applaudire. Non succede spesso con i film commerciali, ma in questo è successo. Un’ultima cosa: non alzatevi per andarevene quanto iniziano i titoli di coda perché dopo c’è un’ultima scena che verrà ripresa nel sequel, che è scontato che ci sia.

Da vedere assolutamente.

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