lunedì 23 aprile 2012

Diamo i numeri e contiamo le pecore


Al mio Capo non piacerà TUTTO quello che sto per scrivere: l'obiettività (che egli mi rammenta sempre), lo annuncio, la riserbo per altri pezzi. Per questo, proprio, no!
Gli anni di dominazioni, dittature, democrazie ipotetiche, hanno reso il popolo italiano più "pecorone" di quanto si potesse immaginare. Stimo questo popolo, non dubitate, lo stimo però come qualsiasi altro. Non rivendico né appartenenza italiana né calabrese: preferisco sentirmi cittadina del mondo; inferiore ovviamente alle altre specie animali, che sì, loro sanno come rispettare la terra. Essendo un'amante delle scarpe alte non ho mai considerato l'ipotesi di rompere il tacco allo stivale, come quei leghisti lì, che di stile ne capiscono davvero poco! Ah no, ora ho offeso la mente del popolo padano. Fortunatamente, non sono l'unica, lo fanno già da soli da quando hanno aderito a un partito volgare e razzista. Pensate un po’: basta solo la mente di un uomo per annebbiare le menti di milioni. E poi vi chiedete perché il lager nazista? Perché i genocidi? Perché le guerre? Perché la corruzione?
Voi non immaginate neanche cosa riescano a fare gli uomini idolatrando un’unica mente. Se lo aveste immaginato, di sicuro, non saremmo così. Noi siamo politicamente quello che ci meritiamo a prescindere dalle destre e dalle sinistre che ci hanno gestito; sono solo chiacchiere queste. Inneggiavamo ideali di altri, esaltavamo la nostra razza e le nostre origini ergendoci a intoccabili: facevamo, solo, una guerra fra poveri mentre i pochi ricchi ci destrutturalizzavano i cervelli. Ci bastavano i contentini d'altronde. Ci bastavano le elemosine. Siamo pecore, ci controllano i lupi! A volte ci mangiano anche. Ci guardano da lontano perché non capiscono e forse non hanno mai capito di cosa abbiamo bisogno. Loro sono in un altro mondo: come possono, i politici, coi soldi che guadagnano capire l'operaio che percepisce 1.000 euro al mese? Come fanno a conoscere l'aumento del prezzo del pane se non lo pagano neanche? Il punto è che qualsiasi pecora diventando lupo dimentica l'origine da cui è partito, solo pochi resistono alle tentazioni del potere. E soccombono! Gli uomini continuano ad essere la specie più odiosa che io conosca.
Vi chiederete cosa propongo dopo questo monologo?
Ecco, io da buona pecorona mi affianco al movimento che sta attraversando l'Italia internettiana.
Internet è il mezzo concettualmente più popolare e più democratico che io conosca, sin ora. Per chi ancora lo ignorasse, grazie ad esso, è in atto una vera e propria rivoluzione.
Al grido di "FATE GIRARE"gli italiani del web, e non solo, chiedono a Monti:
·  di mettere un tetto massimo all’importo delle pensioni erogate dallo stato, anche retroattivamente, Max 5.000,00 euro al mese per chiunque, politici e non, poiché in Europa nessuno percepisce 15/20 oppure 30.000,00 euro di pensione come, invece, avviene in Italia.

·  di non paragonarci alla Germania dove le autostrade non si pagano, i libri di testo per le scuole sono a carico dello stato sino al 18° anno di età, il 90% degli asili nido sono aziendali e gratuiti.

·  di non paragonarci alla Francia dove le donne possono evitare di andare a lavorare part-time perché percepiscono 500,000 euro al mese come casalinghe più altri bonus in base al numero dei figli, dove non si pagano le accise sui carburanti.


·  di far pagare le cure mediche, cure specialistiche, medicinali, ecc, ai familiari dei politici; dimenticavo: anche gli interventi di chirurgia estetica!


·  di mandar via i politici corrotti (quindi tutti devono andare via, non si esclude nessuno), i politici inquisiti o con processi sulle spalle. Che si dimettano e scompaiano!


·  di dimezzare il numero dei politici.


·  di eliminare i politici dalle provincie, vi sono gli stessi da quaranta anni.


·  di diminuire anzi tagliare drasticamente i privilegi dei deputati e senatori.


·  di esercitare il mestiere di politico non per più di due legislature.
Questi, ed altri, i dictat che corrono sul web e che trovano riscontro positivo fra i cittadini. Anche i numeri sotto riportati denunciano una condizione ormai insostenibile.

Per quanto resisteremo abbassando la testa e chiudendo gli occhi?


BABY PENSIONATI

NOME E COGNOME
ATTIVITA’ SVOLTA
IN PENSIONE A
PENSIONE MESE/LORDA
ENTE
Manuele MARRONE in BOSSI
Insegnante
39 anni
766,37
INPDAP
Giuseppe GAMBALE
Parlamentare
42 anni
8.455,00
CAMERA
Antonio DI PIETRO
Magistrato
44 anni
2.644,57
INPDAP
Rainer Stefano
MASERA
Banchiere
44 anni
18.413,00
INPS
Pier Domenico GALLO
Banchiere
45 anni
18,000,00
INPS
Rino PISCITELLI
Parlamentare
47 anni
7.959,00
CAMERA
Pier Carmelo RUSSO
Assessore Sicilia
47 anni
10.980,00
REGIONE SICILIA
Mario SARCINELLI
Banchiere
48 anni
15.000,00
INPS
Alfonso PECORARO SCANIO
Parlamentare
49 anni
8.836,00
CAMERA
Vittorio SGARBI
Parlamentare
54 anni
8.455,00
CAMERA









 
LE 10 PENSIONI PIU' RICCHE

NOME E COGNOME
CLASSE
RAMO
    PENSIONE LORDA

ANNO 
MESE
GIORNO   
ENTE
Mauro SANTINELLI
1947
Telefonia
1.173.205,15
90.246,55
3.258,90
INPS
Mauro GAMBARO
1944
 Finanza
665.083,64
51.160,28
1.847,45
INPS
Alberto DE PETRIS
1943
Telefonia
653.567,20
50.274,40
1.815,46
INPDAI
Germano FANELLI
1948
Elettronica
600.747,68
46.211,36
1.668,74
INPS
Vito GAMBERALE
1944
Telefonia
574.102,23
44.161,71
1.594,72
INPS
Alberto GIORDANO
1941
Finanza
549.193,74
42.245,67
1.525,53
INPS
Federico IMBERT
1951
Finanza
539.775,62
41.521,20
1.499,37
INPS
Giovanni CONSORTE
1948
Finanza
372.000,00
28.593,00
1.O33,33
INPS
Ivano SACCHETTI
1944
Finanza
371.000,00
28.560,00
1.030,55
INPS
Ernesto PAOLILLO
1946
Finanza
342.000,00
26.327,00
950,00
INPS


PENSIONI PER 1 GIORNO DI LAVORO


NOME E COGNOME
ATTIVITA’
SVOLTA PER
PENSIONE/MESE LORDA
ENTE
Luca BONESCHI
Parlamentare
1 giorni
3.108,00
CAMERA
Piero CRAVERI
Parlamentare
8 giorni
3.108,00
SENATO
Angelo PEZZANA
Parlamentare
8 giorni
3.108,00
CAMERA
Toni NEGRI
Parlamentare
64 giorni
3.108,00
CAMERA
Paolo PRODI
Parlamentare
126 giorni
3.108,00
CAMERA
ClementeMASTELLA
Giornalista
397 giorni
            ?
INPGI
Oscar Luigi SCALFARO
Magistrato
3 anni
7.796,85
INPDAP


3 PENSIONI SENZA LIMITI DI CUMULO

NOME E COGNOME
PENSIONI/MESE LORDE
ENTE

Romano PRODI

4.246,00
4,725,00

5.283,00
INPDAP
PARLAMENTO
UNIONE EUROPEA


2 PENSIONI SENZA LIMITI DI CUMULO

NOME E COGNOME
PENSIONI/MESE LORDE
ENTE

Luciano VIOLANTE
7.317,00
9.363,00
INPDAP
CAMERA

Publio FIORI
16.000,00
10.631,00
INPDAP
CAMERA

2 PENSIONI E 1 STIPENDIO SENZA LIMITI DI CUMULO


NOME E COGNOME
PENSIONI/MESE LORDE + STIPENDIO LORDO
ENTE

Giuliano  AMATO
22.048,00
9.363,00
     (?)


INPDAP
PARLAMENTO
STIPENDIO DI DEUTSCHE BANK

Lamberto DINI
18.000,00
7.000,00
19.053,75

BANKITALIA
INPS
STIPENDIO DA PARLAMENTARE
Carlo Azelio CIAMPI
30.000,00
4.000,00
19.053,75

BANKITALIA
INPS
STIPENDIO DA PARLAMENTARE
Giulio ANDREOTTI
5.823,00
5.086,00
19.053,75

INPDAP
INPGI
STIPENDIO DA PARLAMENTARE



1 PENSIONE E 1 STIPENDIO SENZA LIMITI DI CUMULO

NOME E COGNOME
PENSIONI/MESE LORDE + STIPENDIO LORDO
ENTE
Renato BRUNETTA
4.352,00
19.053,75

INPDAP
STIPENDIO DA PARLAMENTARE
Giuseppe FIORONI

2.008,00
19.053,75

INPDAP
STIPENDIO DA PARLAMENTARE
Rocco BUTTIGLIONE
5.498,00
19.053,00

INPDAP
STIPENDIO DA PARLAMENTARE
Achille SERRA
22.451,00
19.053,75

INPDAP
STIPENDIO DA PARLAMENTARE
Mario DRAGHI
14.843,00
37.500,00

INPDAP
STIPENDIO BANKITALIA
Cesare GERONZI
22.037,00
417.500,00

INPS
STIPENDIO ASS.GENERALI

lunedì 16 aprile 2012

Il Demone a Beslan


Il Demone a Beslan
Andrea Tarabbia con questo libro entra in un campo minato, osa infatti narrare la strage di Beslan. Un argomento di per se scontante e rischioso per qualsiasi scrittore, ma addirittura lui alza la posta. La storia infatti è narrata in prima persona dall’unico terrorista sopravvissuto alla strage. Potrebbe rischiare di rendere simpatico il terrorista e quindi la sua crudele azione. Non lo fa. Ce lo fa odiare attraverso le sue parole? Nemmeno. Tra questa pagine non esiste il nero o il bianco. I cattivi e i buoni. Ognuno ha le sue colpe, solo i bambini sono gli innocenti. L’autore ha fatto una grande opera di bilanciamento. Essa si vede nella struttura della narrazione: ad un capitolo del passato del terrorista, Marat Bazarev, corrisponde un capitolo della sua detenzione. Cosi apprendiamo la sua storia, i motivi per cui lo hanno spinto ad unirsi ai terroristi e alla cellula artefice del sequestro di mille persone. Un uomo che insieme ad un suo amico passavano il tempo ad un anfiteatro. Uccidere non era nel loro futuro. Poi un giorno il loro villaggio fu assalito dai russi. Entrambi si ritrovarono soli, orfani delle loro famiglie. C’erano solo loro due e la voglia di sopravvivere. Per farlo si sono uniti a dei terroristici ceceni. L’autore nel descriverli non ha nessuna simpatia per loro, però con dei capitoli a parte cerca di farci capire la mentalità delle donne, le vedove cecene, ognuna con la propria mole di sofferenza. Parallelamente nei fatti della prigionia, il protagonista si scopre ammalato e per di più parla con due persone inesistenti, Petja, un bambino vittima della strage e un vecchio con un gatto. Fanno parte della sua coscienza e del suo sentirsi in colpa. Probabilmente infatti dal suo volere espiare la colpa di quello che ha fatto, non vorrà accettare il trasferimento in un carcere dove potrà essere curato. Lui non merita nulla, è un mostro… ma dietro un mostro c’è sempre il suo Frankenstein. Dalla violenza non può che nascere altra violenza. Il protagonista è dunque giustificato? No, ma durante la narrazione l’autore non divide il mondo in chi ha ragione e torto. Lo fa nelle pagine prima che inizi la narrazione però con una citazione di Dostoevskij “Se le sofferenze dei bambini saranno servite a completare quella somma di sofferenze che era necessaria a riscattare la verità, io dichiaro subito che tutta la verità non vale un simile prezzo.” Con questo libro, secondo me, l’autore ha lanciato una sfida a se stesso, la difficoltà era enorme ma con la sua bravura ci è riuscito.

Voto
8.5/10   

mercoledì 11 aprile 2012

La Lega Nord non ce l'ha mai avuto duro!

Ho un dubbio esistenziale che mi lacera da giorni: ma ce l' avrà ancora durissimo la
Lega Nord o gli si sarà ammosciato?
Ho come l'impressione che, i leghisti (molto spesso TERUN trapiantati al nord), ci abbiano mentito anche su questo: volete vedere come sono sempre stati impotenti e ce l'hanno menata per anni con il "celoduro" ?
La bufera che sta coinvolgendo i partiti italiani - la Margherita docet- è scandalosa.
Ora, non so se gridare alla vergogna o tacermi nel silenzio dell'indignazione; opto per una via di mezzo: mi incazzo! E perdonatemi l'espressione. Mi incazzo come qualsiasi cittadino italiano. Mi incazzo soprattuto come meridionale: per anni  hanno urlato, frantumandoci i timpani, "Roma ladrona"; per anni ci hanno denigrato volendo separare l' Italia e forse annettendoci all' Africa; per anni ci hanno accusato di essere il freno del Nord e la palla al piede di tutti gli onesti della padania a cui rubiamo il lavoro.
Per anni non siamo stati essere umani, e forse ancora non lo siamo, ai loro occhi: siamo altre tipologie di cose: ladri, mafiosi/ndranghetisti/camorristi, ecc. Siamo soprattuto una cosa: Tutti uguali!

Il disastroso scandalo, che ha coinvolto i vertici del Carroccio, e che ha portato alle dimissioni irrevocabili del Senatùr Bossi e del figlio trota, imperversa su tutti i quotidiani e su tutte le televisioni italiane e estere.  
Si rincorrono voci che, nello specifico, coinvolgono esponenti di spicco del partito sui quali, all'occorrenza, parleranno altri dossier ancora non pubblicati. Sul fronte giudiziario, dopo le procure di Reggio Calabria, Milano, Napoli si aggiungono anche quella di Genova e di Bologna che aprono altri due fascicoli d'indagine.
In questa faccenda, ancora tutta da dipanare, ciò che colpisce è la straordinaria ipocrisia e omertà del sistema politico e informativo italiano. 
Ancor più gravi, a mio avviso, sono le implosioni interne al movimento che si stanno verificando, provocando scissioni fra gli stessi leghisti. Forse sarà la volta buona che
" i ladri in casa loro" si scindano definitivamente mettendo fine ad un movimento
volgare, furbo e cialtrone?
Ancora non ci è dato saperlo; la speranza è che, da oggi, si attui quella che, il popolo
leghista, radunato nella fiera di Bergamo sino a qualche ora fa, ha invocato disperatamente: pulizia, pulizia, pulizia!
La prima pulizia di primavera parta da loro, soprattuto da quei molti che hanno creduto al movimento e che inevitabilmente sono stati traditi. Non esiste più l'orgoglio padano o forse non è mai esistito: esiste un'orgoglio italiano ed è bene che il Nord se ne renda conto.

Un'altro appunto che vorrei fare e su cui è bene riflettere, da meridionali e non, è quello che riguarda la cartellina " The family", conservata nella cassaforte dal tesoriere della Lega Belsito. Questa cartella, si dice, contenga documenti, fatture riguardanti le spese della famiglia Bossi: diploma e laurea di Renzo, automobili del fratello Riccardo,  ristrutturazione della villa di Gemonio, una casa in affitto pagata a Brescia; ai 300.000 euro da destinare alla scuola bosina di Varese per Manuela Marrone (per metà siciliana), ai quali si aggiunge un milione di euro che " i Bossi" gli avevano chiesto di mettere da parte per la scuola.
 La famiglia. Per la famiglia si infrangono le leggi, si scende a compromessi, si rubano soldi, si comprano diplomi e lauree, si distrugge una partito politico cui si è dedicata la vita, si distruggono sogni e ideali.
La famiglia aldilà di tutto e tutti; proprio come fanno le famiglie camorriste, mafiose, ndranghetiste. Famiglie che favoriscono i consanguinei a discapito dei molti; famiglie che, i leghisti, condannavano ipocritamente sino a giorni fa adducendo, tra l'altro,
teorie assurde sull'onesta della famiglia padana.
In Italia, che ci resti d'insegnamento, tutte le famiglie disoneste si assomigliano, che si tratti di famiglie del sud o del ricco nord!
E che non si dica che nessuno sapesse nulla: non è giusto insultare così brutalmente l'intelligenza padana!
Quell'intelligenza ITALIANA che, ci auguriamo, non pronunci mai più: Fuori "gli infiltrati di Roma ladrona" dalla Padania!
Non si può, sempre, dare le colpe agli altri delle proprie nefandezze e scelleratezze, perchè, là, fra i politici leghisti ( e non solo), il più sano ha la rogna, come disse, qualche giorno fa, Giulietto Chiesa de Il Fatto Quotidiano.



















sabato 7 aprile 2012

Non siamo nate per figliare


Amo così tanto i miei futuri figli che spesso rifletto se sia giusto metterli al mondo, o " gettarli nel mondo" come dice il mio caro filosofo J.P. Sartre. Li amo così tanto che a volte penso di non volerli; penso che sia meglio il non essere e il non esistere l'unica condizione a loro favorevole. Altre volte mi capita di pensare di volerli, di immaginarli e sentirli nel mio futuro. Sia per un caso o per l'altro ciò che mi muove è la responsabilità. Non escludo, dunque, che sia fortemente responsabile  anche quella donna che alla domanda perché non vuoi un figlio, risponde compiaciuta e diretta : perché no! E' responsabilissima a mio avviso, quanto me che sono confusa e combattuta, quanto quell'altra donna che decide di averne, o quell'altra che abortisce, o quella che lotta fino allo stregua delle forze per realizzare il sogno di diventare madre. E' soprattutto una questione di donne.
Non è scontato  essere madri o desiderare di esserlo; non è scontato ritrovarsi dentro di sé qualcuno che, pur essendosi nutrito con te e da te, è altro da te.
E' difficile dire concretamente: Io non voglio figli! E'difficile perché dirlo implica delle domande, delle spiegazioni proprie e altrui con cui fare i conti. Domande che non sorgono se questi figli li vuoi. Ci dicono: non può essere, non è normale non volerne. Tutte le donne vorrebbero essere madri, portare orgogliose un pancione ingombrante, partorire, pulire cacche e cambiare pannolini, giocare, avere dei figli. Tutte!
Se questo non capita, eccole lì, le donne molto più degli uomini, a infilzare le altre con affermazioni del tipo: forse non ha incontrato l' uomo adatto, giusto, forse non può averne, forse è egoista e pensa solo alla carriera, sarà una primipara attempata (che non è una parolaccia), forse è una cozza sfigata... probabilmente, forse, è solo una poverina!
Come spiegare allora alle nostre simili che NON SIAMO NATE PER FIGLIARE e che questa rivendicazione non è né femminista né di matrice emancipazionista?
Che desiderare o non desiderare, avere o non avere dei figli non ti rende una persona migliore, giusta e buona? Che se lo sei non è perché allatti o perché culli un bambino? Che se non li vuoi non significa che non li ami e adori? Che se non li cerchi è perché senti che la completezza di te stessa non è compito né deriva da loro?  Come spiegare, dunque, che bisogna essere disposti ad accettare le scelte altrui, le libertà altrui?
Mi riferisco alle donne che, molto più degli uomini, sanno essere irriverenti e a tratti invadenti.
Ci sono milioni di motivi per procreare e altrettanti per non farlo: lasciamo che ognuna scelga senza l' ingombro di un giudizio inutile e sterile.
 Lasciamo l'utero nelle mani delle legittime proprietarie!








Ovetti pasquali

Ingredienti per 6 persone:                                        Gradi di difficoltà: facile

- 6 ovetti di cioccolato ( io preferisco kinder, o altro a piacere) - gelato di vari gusti - 1 scatola di pesche o albicocche sciroppate - sciroppo di frutta ( io preferisco amarena, o altro a picere) -12 ciambelline o biscotti con il buco.

Tempo di preparazione: 15 minuti.
Tempo di cottura: nessuno.


Aprire ogni ovetto a metà, con cura per non rovinare i gusci e adagiarli sulle ciambelline o biscotti, come se fungessero da portauovo.  Dentro ogni guscio mettere piccole palline di gelato di vari gusti e poi farvi colare sopra un filo di sciroppo.
Adagiare le ciambelline con l'uovo sopra su un grande piatto da portata e contornare con le mezze pesche o albicocche sciroppate, far colare anche sopra queste un filo di sciroppo e servire.
Volendo si consiglia, anche, di cospargere le pesche o albicocche con amaretti sbriciolati.

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