venerdì 7 dicembre 2012

La Voce del Fuoco



La Voce di Fuoco

Lautore di questo libro è il famosissimo Alan Moore. Se ovviamente non lo conoscete, vuol dire che probabilmente non sapete molto di comics, perché non c’è stato nessun autore che ha influenzato come lui questo genere letterario. V for Vendette e Watchmen, che hanno ispirato i loro omonimi film, hanno ridefinito il concetto di supereroe. Comunque non è mia intenzione annoiarvi con una storia del fumetto, volevo spiegarvi il motivo per cui ho deciso di leggere questo libro. Ossia se questo autore riusciva a esprimere la sua genialità anche nella classica forma del romanzo. Secondo me ci è riuscito alla grande. Chi è il protagonista della Voce di Fuoco? E la città di Northampton, cioè la sua città. La omaggia narrando delle vicende di alcuni individui nel corso della sua lunga storia, dalla preistoria per arrivare al 1995. Le vicende possono essere lette in maniera indipendente le une dalle altre, ma ci sono dei piccoli legami. Oltre alla città di Northampton, ricorrenti sono il fuoco, la fine violenta dei protagonisti, lo sciamano dalle corna di cervo, la malattia degli arti inferiori, gli shagfoal (citati e intravisti di sfuggita, ma che non compaiono mai) e il mese di Novembre. Il primo racconto non può iniziare nel peggiore dei modi. Pensate, è in prima persona, come tutti gli altri racconti, ma è raccontato da un preistorico ritardato e il modo in cui è riproposta la sua narrazione è verosimile al massimo, anche se molto ostico per noi. La sintassi è piena di errori e non si capisce bene che cosa voglia dire in alcune parti. Io lho interpretato come una sfida. Lautore ci dice: Volete un romanzo semplice e facile da comprendere? Bene, posate questo e passate al prossimo! Non voglio che a leggere il mio libro siano tutti, non mi importa che diventi un best- sellers. Voglio che venga letto dalle persone giuste. Supera questa prima prova inziale e sarai degno di sapere cosa c’è scritto dopo. La fatica è stata tanta, anche se in una prosa così ostica ho trovato momenti di rara poesia e a espressioni che secondo me sono veri colpi di genio come questa: Io fa chiude gli occhi, così che lei non vede. Cioè il protagonista ha paura di una donna e così chiude gli occhi pensando che così non le faccia del male, un po come fanno i bambini che vedono nel bui dei mostri immaginari e chiudono gli occhi pensando che così scompaiono. Con il secondo racconto, la prosa diventa più scorrevole anche se la protagonista, che è anche una donna della preistoria, usa solo il presente e quindi devi stare attento a quando parla degli eventi che gli stanno succedendo adesso e di quelli che gli sono già successi. La prosa con gli altri racconti diventa scorrevole, ma i messaggi nascosti sono altrettanto difficili da capire e comprendere. Uno che più mi ha colpito e divertito è stato Confessioni di una maschera, in cui è una testa infilata ad una lancia a raccontare la sua storia e il suo quotidiano. Lironia di Moore si manifesta anche nelle Complici nel Rammendo e Io Porto i Reggicalze. In tutti la psicologia dei personaggi è resa benissimo e sembra perfetta lempatia che lautore ha con loro. Non si sente affatto la sua voce, ma quella di ognuno di loro. Lultimo racconto si svolge nel presente e il protagonista è Alan Moore che parla di questo libro, di alcuni episodi della sua famiglia e descrivere fisicamente e concettualmente la sua città. Tenebre nascoste dietro tendine di tulle. Follia. Violenza. Anche solo ad un esame superficiale, sono queste le tinte predominanti della tela di Northampton. E innegabile che vi si nascondono anche lo stupore e la malinconia e un pungente senso dellumorismo

Finito il libro, due sono state le sensazioni che più ho provato. Un senso di soddisfazione, ma soprattutto la voglia di rileggerlo una seconda volta per capirlo meglio e ritrovare tutte le frasi che mi hanno colpito e come il fuoco mi hanno marchiato il cuore.

Voto

Bellissimo, poetico ma non per tutti

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