martedì 25 dicembre 2012

Un natale tra gli zombi



Oggi è Natale e io sono un padre che deve cercare i regali per i propri figli. Purtroppo non è un Natale qualsiasi. E’ il primo dopo la Grande Epidemia che ha trasformato le persone in morti viventi che si cibano di quelli ancora in vita. Molti credono che gli zombi siano lenti e stupidi. Non è così. Sono veloci e intelligenti. Il loro unico problema è che si decompongono molto lentamente, soprattutto se non mangiano carne viva, e che non riescono a guarire. Se qualcuno si rompe una gamba, quell’osso rimarrà rotto e potrebbe spuntare di fuori dalle carni putrescenti e puzzolenti. La sua mobilità sarebbe ridotta del novanta per cento e diverrebbe inutile. Chi si farebbe uccidere da un non morto che non riesce nemmeno a stare in piedi? Come ho detto prima, gli zombi sono veloci e intelligenti ed è per questo che sto correndo sui tetti. Ho un vestito di Babbo Natale e sto cercando dei regali per i miei figlioli. Dopo un’oretta di perlustrazione, vedo in un negozio di giocattoli una luce accesa. Potrebbero essere degli zombi, spero tanto di no altrimenti non potrei prendere i regali ai miei figli. Scendo in strada, facendo molta attenzione, e mi dirigo verso l’edificio facendo attenzione a non farmi vedere da nessuno, non morti o vivi che siano. C’è l’ingresso e probabilmente chi sta rovistando tra quei giocattoli in cerca di qualcosa sta molto attento a sentire il campanello messo sulla porta suonare. Io però faccio il giro e varco la porta nel retro. Sono molto vigile, non voglio in nessun modo cadere nella trappola di qualche bastardo. Poi varco la porta e li vedo. Un padre che fa vedere delle bambole a una bambina, forse sua figlia. Sono vivi, non sento il tanfo della morte su di loro. Molto bene. Come lui sta cercando il regalo giusto per la figlia, anche io sto facendo lo stesso e finalmente l’ho trovato. Avanzo e mentre mi avvicino faccio cadere qualcosa per sbaglio. Loro si voltano e mi guardano. La paura li assale, poi nel padre prevale il senso di protezione.
-Scappa- urla alla figlia. Come se fosse possibile. Io sono uno zombi e sono veloce e intelligente. Mi avvento su di lui e con un morso gli stacco un pezzo del collo. Quindi mi dirigo verso la bambina che cerca di sfuggirmi. E’ impossibile. L’afferro per i suoi riccioli biondi e la porto vicino alla mia bocca che emana un tanfo di fogna. Prima che ponga fine alla sua vita, mormora qualcosa. Perché Babbo Natale mi fai questo? Sono stata cattiva? Metto i due corpi nel mio grosso sacco marrone e lo sollevo sulle spalle. Ora dovrò tornare dai miei piccoli prima che i corpi inizino a non essere più mangiabili e facendo attenzione a non essere visto da altri zombi e dai vivi. Inizio a saltare da un tetto ad un altro. Il pesante carico non è un problema per me. Sono anche molto più forte di quando ero in vita ed ero solo un finto Babbo Natale che faceva sedere sulle sue ginocchia i bambini e gli chiedeva che cosa volessero come regalo. Era un lavoro schifoso ma non avevo molte altre possibilità per portare soldi a casa. Facevo cose che non mi piacevano ma lo facevo per il bene della mia famiglia. Proprio come adesso. Arrivo senza problemi a casa. Do i miei due regali ai miei due figli zombi. Fu la mia bambina a trasformarsi per prima e mi morse un dito mentre tornavo da lavoro. Poi fui io a trasformare mio figlio. Mia moglie per fortuna la facemmo a pezzi senza alcuna possibilità che tornasse in vita. Mi rinfacciava che non trovavo un lavoro e che doveva occuparsi sempre lei di tutto. Per me fu un piacere mangiarmi il suo cuore. Mi aveva promesso che sarebbe stato sempre il mio. Non era così in senso metaforico visto che mi tradiva con il suo maestro di yoga. Ho pensato quindi che era meglio averlo mio per sempre in senso letterale. Dopo il pasto, io e i miei due figli ci abbracciammo e ci augurammo buon natale. Il nostro primo natale e forse ce ne sarebbero stati molti altri con tanti REGALI.

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