lunedì 4 novembre 2013

Roccaforte del Greco: la parte migliore che si è

Ogni popolo ha una sua particolare ipocrisia che chiama le sue virtù.  La parte migliore che si è non la si conosce e non la si può conoscere perché spesso non la si vuol conoscere veramente. È sociologicamente indagabile, dunque, quel popolo che sebbene si compatti, unendosi, nel savaguardare la propria dignità dalle altrui critiche, svolga con i medesimi strumenti cognitivi un' opera di disgregazione e di abbandono riconducibili probabilmente ad una atavica incomunicabilità. Prendere atto delle virtù ipocrite del nostro popolo servirebbe quantomeno a riabilitarlo e a riabilitarci ad una metacomunicazione  del tutto sottovalutata e pressoché assente. È, poi, così difficile conoscere quale sia "la parte migliore che si è",  la vera essenza di un popolo?  Si propone tal quesito al popolo di Roccaforte del Greco, vittima e carnefice di se' stesso, masochista  interlocutore di politicanti professionisti che, stabilmente da pochi mesi, rammentano al mondo altro sia l'esistenza del paese aspromontano  sia il bisogno di libertà,  legalità e democrazia, parole abusate oltremodo da questi vecchi o giovani tromboni di partito. Lo vengono a dire loro che non abbiamo libertà, loro che ce l hanno tolta gestendo indegnamente il nostro territorio e noi piu' sciocchi a votarli, ci insegnano loro che cos' è la legalità, loro che pe lu cugnu per l'amico o parente sono a disposizione ma la Cancellieri ha fatto un gesto inqualificabile,  loro che si ricordano ora che la nostra democrazia è interrotta, dopo anni di silenzio tombale, loro che vivono la 'ndrangheta nei palazzi di potere e poi vengono nei piccoli paesi a riabilitare i ladri di galline impartendo lezioni di legalità e onestà,  loro infine che si mobilitano soltanto per salvare quegli ultimi voti rimasti in queste terre arse o, perché no, facendo strada a qualche nuovo asservito al potere bisognoso di notorietà e di un lauto stipendio.

venerdì 25 ottobre 2013

Hippolita 8

Hermes avanzò nel buio della caverna. Tutto era andato secondo i suoi piani. L’illusione che aveva preparato aveva ingannato quei due sciocchi e ora si prestava ad incontrare il suo alleato. La divinità dalla natura ambigua si inginocchiò al suo cospetto.
-Tutto sta andando secondo i nostri piani?- chiese il suo alleato nascosto nelle tenebre
-Si mia signora…-
-Bene… ora non ci resta che aspettare. Tu, mio caro, salverai noi tutti dal destino che ci era stato riservato. Quello sciocco di Zeus aveva vincolato tutti noi a quel patto. Non avremmo più dovuto intervenire nelle questioni dei mortali. Lo abbiamo fatto e come siamo stati ripagati? Con l’oblio. La fede dei mortali è venuta meno e noi ci siamo sempre più indeboliti. Per poter mantenere un briciolo del nostro potere, una minima parte, ci siamo dovuti nascondere con le sembianze degli umani! Io ho dovuto usare la mia saggezza per architettare questo piano-

venerdì 11 ottobre 2013

Il più grave errore del governo Letta-Alfano

Vista la grave crisi economica che affligge il nostro paese, dove mai poteva commettere uno tra i più gravi errori il governo delle Larghe Intese? Ma ovviamente in campo economico, dove ogni errore ci potrebbe costare caro e portaci ad una situazione ancora più grave (vedi Spagna e Grecia). Di che mancanza si èmacchiato? Ovviamente dell’aumento dell’Iva, secondo quasi tutti infatti questo potrebbe portare ad una ancora maggiore riduzione dei consumi e questo vuol dire diminuzione dei guadagni per tutti gli esercizi commerciali, vuol dire anche aumento del costo della vita per tutti gli italiani, infatti si è calcolato che dovrebbe costare, secondo il Codacons, circa 350 euro in più alle famiglie italiane. Famiglie italiane che in media non se la passavano già bene e che non riuscivano ad arrivare a fine di mese. Questo aumento andava evitato, tutti lo sapevano e il governo si era imposto fin da subito di lavorare ad evitarlo. Come però si è arrivato a compiere questo fatal errore? In che modo è nato? Alla nascita del governo stesso. Da subito si è messo al primo punto il superamento (in realtà la cancellazione) dell’Imu invece di bloccare l’aumento dell’Iva. Sull’agenda del governo non faceva che pesare  questa tassa, si dovevano trovare i fondi per cancellarla ad ogni costo, nei mass media non si faceva che parlarne. Io mi chiedevo il motivo, perché non concentrarsi prima sull’Iva visto che la nostra crisi è dovuto anche alla diminuzione dei consumi? Perché non evitare che si aggravi. Ovviamente era un motivo politico. L’imu era una causa politica del Pdl, la battaglia durante la campagna elettorale. Il superamento dell’Imu era così importante? A che cosa ha portato in realtà? Che si sono dovuti trovare fondi per cancellarla che si potevano usare per bloccare l’aumento dell’Iva innanzitutto. Inoltre l’Imu essendo l’entrata maggiore dei Comuni per poterla supplire sicuramente hanno dovuto aumentare tutte le altre tasse. Questo ha portato alla diminuzione della pressione fiscale tanto proclamato da tutti i politici come il maggior danno della nostra vita economica? Io non credo anche se io non sono un economista e sto cercando di fare un ragionamento con il buon senso. Alla fine che cosa è successo? Che non si è fatta pagare una tassa a persone che magari come prima casa avevano una villa con tre piani e piscina annessa, però si farà pagare di più ai consumatori italiani che ogni mese fanno gli acrobati usando la calcolatrice, le bollette e gli scontrini della spesa. All’italiano medio è stato di nuovo ridotto il potere di acquisto, mentre ai ricchi è stato aumentato. Meno male che questo governo doveva ridurre la disparità sociale. Adesso non ci resta che cosa faranno in merito all'eccessiva tassazione del lavoro... e già tremo. 

sabato 5 ottobre 2013

Ipocrisia nazionale

Ipocrisia nazionale.


Dopo la strage di Lampedusa, il cordoglio, la pietà e il lutto nazionale sono stati i sentimenti predominanti da parte degli italiani. Quasi tutti hanno pianto per quei corpi senza nome che galleggiavano nell’acqua, partiti con la speranza di non morire di fame in Italia, sono morti in ogni caso. Quasi tutti hanno applaudito caldamente alle parole di papa Francesco. Il suo vergogna però non ci ha fatto vergognare, con vuote attestazioni di stima abbiamo corso a dire che aveva ragione, qualcuno con un briciolo in più di coscienza ha abbassato il capo e ha taciuto. Ci siamo dimenticati per un attimo delle nostre leggi che non permettono l’integrazione, dei nostri insulti per strada, dei cori da stadio, dei nostri pregiudizi verso tutti gli extracomunitari. Li abbiamo sentiti vicino a noi, come dei poveri sfortunati. Non tutti, la voce di alcuni ha continuato a cantare la solita campana del razzismo, a usare la tragedia per dire che loro hanno ragione (Vanno aiutati in patria, non in casa nostra!), per il momento la maggioranza silenziosa ha un altro sentimento ed è quello del cordoglio, non ascolterà questa campana per il momento. In futuro però? Infatti come diceva Ugo Ojetti,  l’Italia è un Paese di contemporanei senza antenati né posteri perché senza memoria di se stesso. Gli italiani vivono nel presente e oggi in cui è ancora vivido il ricordo della tragedia accoglierebbero un altro po’ tutti gli immigrati clandestini a braccia aperte, purché ovviamente provengano dall’africa, per i rumeni il discorso è diverso. Quando però la memoria inizierà a rendere fumoso il ricordo di questi morti galleggianti che cosa succederà? Io credo di saperlo e credo che anche voi lo sappiate. I vecchi sentimenti ritorneranno e ritornerà il vecchio razzismo, perché per quanto cerchiamo di ingannarci, noi italiani siamo razzisti. Domani quando il nostro senso di colpa non ci premerà sul cuore, torneremo a dire negri di merda, non se ne possono stare a casa, non possono rimanere in africa a mangiare banane con le scimmie, io non sono razzista però non mi portare a casa un nero/a ecc. Quando questo periodo di ipocrisia passerà, la maggioranza tornerà al recente passato, forse qualcuno tornerà a sostenere che la guardia costiera dovrebbe sparare contro i gommoni. Chi lo sa. Questo è ciò che mi dice la mia testa, nel mio cuore però spero di sbagliarmi e che la mia gente si riveli più civile di quanto pensi. Cazzo! Contradditemi e dimostrate che la nostra non è ipocrisia, che ci vergogniamo davvero e che sappiamo che è anche colpa nostra se quelle persone sono morte.


martedì 18 giugno 2013

Celebrata a Melito Porto Salvo la giornata dell’ambiente

Di Rosalia Francesca Salvatore
 
Si è svolto a Melito P.S. l’incontro dal titolo “Amata Terra Mia …” presso il Piazzale della Chiesa dell'Immacolata.  La manifestazione si è aperta con la mostra di pittura dei quadri "i mille volti della natura" a cura degli artisti Locali.
Il 5 giugno è la giornata che l' UNEP dedica alla giornata Mondiale dell'Ambiente e Mondo Verde Club , quest'anno, più che mai, ha avvertito il forte desiderio di partecipare all'evento, posticipato per ragioni organizzative.
Un vero successo e un momento importante per la collettività. Gli ambientalisti coordinati dal presidente di Mondo Verde l’ avvocatessa Aurelia Sansotta, hanno voluto creare un feeling con il resto del pianeta, scegliendo come punto d’incontro il Piazzale dell’Immacolata, scelta a testimonianza del rispetto per l’ambiente, per una maggior attenzione e rispetto per il Creato a dire della Guida Spirituale della Parrocchia, Don Benvenuto Malara.  Attivo da oltre 40 anni, a dimostrazione del suo amore e rispetto per l’ambiente ha prontamente accolto l’invito ad ospitare la manifestazione, partecipando all’ evento, anche come ospite, con il compito di far riflettere i partecipanti sull’uomo come tesoriere delle bellezze della natura e sulla correlazione esistente e dominante tra Sacre Scritture e rispetto del Creato. Don Malara ha evidenziato questa correlazione leggendo il Salmo ottavo (“O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza”). Il momento spirituale ha richiamato a seguire “ percorsi di riflessione condivisa”, di cui patrocinio morale della Provincia, a cura del nucleo operativo di Mondoverde. Nel corso dell’incontro dal titolo : “ amata terra…!” gli attivisti Giusy Iacopino, Francesco Manti, Francesco Rodà,  hanno indotto i partecipanti a riflettere sulle tematiche connesse allo sfruttamento delle risorse. Partendo dagli elementi che costituiscono l’essenza della vita : acqua, aria, terra e fuoco. Il viaggio al centro della terra ha avuto inizio con l’affermazione “non ti ho amato … perché ho inquinato l’acqua” e in corrispondenza sono state affrontate le problematiche relative all’acqua nel territorio Calabrese, sfociate nella raccolta di legge per il referendum regionale portato avanti dal “coordinamento Bruno Arcudi”.
Per il non ti ho amata relativo all’inquinamento dell’aria, con la consapevolezza che alcuni a Saline Joniche vogliono vedere nascere una centrale a Carbone, Mondoverde, ha fornito risposte concrete agli ambientalisti presenti, evidenziando l’impegno profuso dall’Associazione per questo problema, impegno sfociato nella firma per la presentazione del Ricorso, insieme ad altre sette associazioni del Coordinamento No Carbone presenti nell’aria Grecanica ed unitamente all’Associazione “ Italia Nostra” e che giorno 2 Luglio verrà discusso contestualmente a quello presentato dalla Regione Calabria. Per il “Non ti ho amato perché ho inquinato la terra ” è stato affrontato il grosso problema ambientale della spazzatura che aumenta a vista d’occhio lungo le strade di ogni centro urbano della Calabria e la necessità emergente di differenziare: l’unica soluzione possibile affinchè la spazzatura prodotta venga tramutata in risorsa ed opportunità di lavoro e non bruciata per produrre diossina o buttata nelle discariche per produrre percolato. E’ stato messo in evidenza il contributo di MondoVerde per la raccolta di firme a supporto della legge d’iniziativa popolare “rifiuti zero” . Ogni sabato e domenica fino a fine settembre MondoVerde sarà presente nei punti più affollati della città per raccogliere firme e dare una mano alla riuscita dell’iniziativa.
Di indubbia rilevanza l’intervento del Naturalista, Dr. Domenico Morabito , che ha iniziato il suo intervento con la proiezione di alcune slide sui temi “pensa, mangia, risparmia, proteggi”, natura più cibo, natura e sviluppo, natura e salute e ha evidenziato la correlazione tra ambiente, e abbandono del territorio, rimarcando l’inevitabilità del dissesto idrogeologico come conseguenza dell’abbandono dei paesi interni. Dopo aver evidenziato la necessità etica di ritornare ad amare il territorio che ci ospita ha calorosamente sostenuto la tesi di Corrado Alvaro, secondo cui, a salvare l’ambiente, saranno le donne, custodi della memoria, proprio per la loro capacità di procreare e per l’istinto materno connaturato alla loro essenza. Toccante l’interpretazione del Cantico delle creature eseguito all’inizio dell’incontro con la collettività, da R.S., accompagnata dal musicista in erba Carmelo Romano, così come d’indubbia valenza è stata l’interpretazione della poesia Mattino di Garcia Lorca sull’acqua e un’inedita riguardante le tematiche ambientali e la violenza dell’uomo a madre terra. Un momento particolarmente toccante quello sugli incendi boschivi e la riflessione sui Pini Loricati, a cura del presidente di Mondo Verde l’avvocatessa Aurelia Sansotta, che si è servita della poesia della dottoressa Virginia Iacopino, “Pini Loricati” tratto dal libro “Miele è la solitudine che cerco” e accompagnata con la chitarra dal giornalista domenico Salvatore.
L’evento si è concluso con la proiezione del video-documentario sui mutamenti climatici “2075” . E per finire “pensando ai nostri sapori” si è gustata la lestopitta della bottega di Bacco ( Spazio fiera Roghudi).
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Domenico Morabito da oltre diciotto anni si occupa dei processi naturali ed indotti che hanno innescato il fenomeno abbandonico dei sistemi, in particolare quelli rurali, e di conseguenza della dissolvenza dei paesaggi e degli ecosistemi correlati.
In particolare, grazie alla mia attività di ricerca e progettazione, alla fine degli anni 90 si è riusciti a intervenire sul Borgo di Pentedattilo con una serie di progetti europei.
Un altro impotrante progetto da lui realizzato è stato il Centro Recupero Tartarughe marine TARTANET a Brancaleone, unico progetto europeo di conservazione della natura LIFE, del quale sono stato responsabile fino al termine del progetto europeo.
Svolge attività di consulente naturopatico presso l'Istituto Specialistico NeoPhysis di Reggio Calabria.

lunedì 17 giugno 2013

Gallicianò l'El dorado di storia, cultura e civiltà : «Àzzali christianì ti prostàzete ta Idrìmata, sas gràfome ghiatì den ìmmasto sìmfoni apànu sta pràmata ti egràspasi cambòsse efimerìde platègonda an ta telestèa fàtti tis dikeosìni pu enghìasi to ccèddhi chorìo tu Gaddhicianù, o pìos èchi ta dicà-tu charakteristikà ce tes dikèntu omorfìe stin parapoddhì palèa glòssa grèca tis Calavrìa ti ene ena megàlo calò ti to UNESCO sèli na pparèssi. I dikì-ma pricàda ghènete lìssa sciporègonda pos ta mass-media ethnikà ce an tes merìemma eplatèssa apànu sce tùndo tèma (èchonda ciòla ecìnu pu tos eiàssa apìssu me plen o plen lìgo sciporessìa), cànnonda ìvri ùlli tin cumunìa tu Gaddhicianù pòse mìa crifunìa àsce parapoddhù àcharu christianù, me àddha lòghia cànnonda àsce ùllo to chòrto ena fortì, den canunònda ton pòno tos christianò pu den èchusi merticò sce tùnda pràmata. Òtus ène ti ston ìdio kerò ene annòristi, chedemmèni, den diameremmèni, colimèni tin dulìa ton christianò pu amburiàzonde ghià na pàu ambrò ta calà pràmata tu chorìu, tis cultùra ce tis iconomìa, ti cèrta ene ta plen megàla merticà ton christianò, ghià na mi tegliòi tùti cumunìa sto scotìdi ce stin addhimmonimìa. Ùnti ti den piànnome merticò stes efimerìde ce stin tileòrasi, thàmme ene ghià tùndo pràma ti ene aghìresta ta màgna ce pìzila pràmata tis cumunìa tu Gaddhicianù ce èrchonde feremèna ambrò manachò ccèglia fattùcia ti den cànnu ìvri to alisinò ce pìzalo Gaddhicianò. Tùta fàtti iuvègusi manachò ecinò ce cànnu megàle zimìe sce ùlli tin cumunìa. Ghiàtto, cuddhìzonda me megàli putìri ti i plen poddhì christianì tu Gaddhicianù ene làrga an ta àscima pràmata ti egràstissa stes efimerìde ce an tin andràngheta, cràzome ecìnu pu meletàu, ecìnu pu gràfusi ce ùllu ecìnu ti sèlu na èrtu na ìvrusi to Gaddhicianò, na to càmusi àsketa, ghià na nghìusi me ta chèria tin plusìa tis istorìa, cultùra, athropìa, filoscenìa, ti ene to calòs-ìrtese 'sce tùndi cumunìa pu èchi chigliàde chrònia».



GALLICIANO’- E’ rivolta a tutte le istituzioni, la lettera giunta dal borgo ellenofono, a firma del Presidente dell’Associazione CUM.EL.CA., Giuseppe Zindato.
Egregi Signori che rappresentate le Istituzioni ai vari livelli, scriviamo a voi per discostarci da quanto è stato scritto da alcuni giornali a proposito delle vicende giudiziarie che  hanno interessato il borgo di Gallicianò, la cui peculiarità e bellezza è nella lingua grecanica che è oggetto di interesse da parte dell’UNESCO, in quanto bene immateriale. Il nostro rammarico si trasforma in sdegno nell’apprendere come i mass-media Nazionali e locali hanno trattato la questione (trovando anche chi li ha sostenuti più o meno consapevolmente), descrivendo la comunità Gallicianese tutta come un covo di criminali, cioè facendo di tutta l'erba un fascio, indifferenti alla sofferenza delle persone non implicate nella vicenda. Infatti contemporaneamente viene ignorato, sottovalutato, non valutato, ostacolato il lavoro di chi, sicuramente la maggioranza dei cittadini, si prodiga in ambito sociale, civile, politico, culturale ed economico per non fare finire questa comunità nell’oblio. Probabilmente, il non far parte del grande circuito mediatico, fa sì che siano trascurati i molteplici aspetti positivi e vengano portati alla ribalta solo aspetti marginali e non rappresentativi della vera realtà di Gallicianò. Tali fatti assumono una valenza totalizzante fine a se stessa ed offensiva della stessa comunità. Pertanto, nel ribadire con forza che la stragrande maggioranza dei cittadini di Gallicianò è estranea a dinamiche criminali e alla cultura mafiosa, si invitano nel contempo studiosi, giornalisti e coloro i quali vogliano venire a visitare Gallicianò, a farlo senza pregiudizi, affinche si rendano conto della ricchezza di storia, cultura, umanità, accoglienza ed ospitalità, che sono il biglietto da visita di questa millenaria comunità».

domenica 16 giugno 2013

Hippolita 7



7
Monte Olimpo.
Il monte più alto della Grecia. Un monte come tanti a prima vista e così è infatti. Non sembra la dimora degli dei e non lo è… eppure attraverso questo luogo si accede ad un altro piano dimensionale. La sede degli dei. Due troni d’oro in fondo alla stanza sostenuta da tantissime colonne dello stesso materia. Un tempo ci si sarebbero seduti sopra il re e la regina degli dei. Zeus e Era. Entrambi però sono morti. Ora ci è seduto uno dei vecchi dei. Ade. Uno dei responsabili del massacro. Fuori questa sede, posta in un luogo su cui non interferiscono né le leggi della fisica né quelli spazio temporali vi è un gruppo di individui. A prima vista sembrerebbero un gruppo di normali escursionisti, ma non lo sono. Sono dei. La prima a passare è una donna sui cinquanta anni che di professione fa la contadina, ma non appena oltrepassa la soglia che divide il nostro mondo da questo luogo diventa Demetra, la dea della terra e delle messi, sorella di Zeus e madre di Proserpina, moglie di Ade.
Gli dei hanno deciso di far passare prima lei affinché le due divinità si chiarissero. Dovevano infatti trovare un compromesso per il bene di tutti loro.

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