mercoledì 11 gennaio 2012

Inferno in terra

Inferno in terra
Oggi vi voglio parlare della tratta ferroviaria Aosta-Torino. Una tratta che io frequento abitualmente da ben tre anni e lasciatemi sfogare: rappresenta l’inferno in terra. Un mese di uso dovrebbe valere come penitenza plenaria. 129 km che dovrebbero essere percorsi in 2 h e 10 m, cioè circa sessanta km/h. Questo di per se la dice lunga sulla sua lentezza, ma questa è la cosa meno grave. E’ cosa rara infatti che il tempo di percorrenza sia quello. Ritardi che vanno dai tollerabili dieci minuti ai quaranta e a volte anche sessanta minuti di ritardo. Quando salite su un treno della tratta, guardatevi attorno e vedrete pendolari che si fanno il segno della croce o pregano in direzione della Mecca, ma soprattutto tutti hanno lo stesso sguardo, un misto di rassegnazione, di accettazione e di paura. Perché hanno visto di tutto e quindi ormai lo accettano, ma soprattutto paura perché si chiedono abbiamo davvero visto tutto? Lasciate che vi racconti un episodio che può essere l’esempio maggiore di quello che può succedere su questa tratta. Siamo partiti in orario ma dopo due fermate il treno si arresta e non riparte più. Il controllore si fa vivo dopo mezz’ora e ci dice che il sistema che controlla la tratta è andato in tilt fino ad Ivrea. Si cerca di riattivarlo. Torna dopo qualche minuto e dice che ci stanno ancora provando. Una signora imbestialita chiede che venga chiamato un autobus. L’autobus viene fatto chiamare dopo due ore che siamo fermi e dobbiamo aspettare un'altra mezz’ora. Qualcuno scende dal treno e lo aspetta alla stazione. Non c’è niente e nessuno. Sala d'attesa nemmeno esiste.  Arriva l’autobus e quelli pochi scesi ci salgono. Il controllore però non avverte quelli sul treno di scendere e l’autobus riparte senza più della metà dei passeggeri. Il controllore dopo dieci minuti lo chiama e lo fa tornare indietro. Altro tempo che si perde per incompetenza generale. L’autobus imbarca i passeggeri dimenticati e riparte. Arriva ad Ivrea dove la linea funziona, ma da lì dobbiamo prendere un treno che fa scalo a Chivasso e prenderne uno che va a Torino. L’autobus non poteva portarci a Chivasso direttamente evitandoci questo ennesimo disaggio? No, in Italia no. Arriviamo a Torino alle 22 e 30 essendo partiti da Aosta alle 17 e 35. 5 ore per fare  129 km. Questo è un caso raro ma il ritardo di 40 minuti avviene spesso e questo per la gente vuol dire o partire con ore di anticipo se è possibile oppure arrivare in ritardo a lezioni, esami, al lavoro e a visite mediche. Questa tratta può essere considerata un’immagine in miniatura della nostra Italia. Lenta e piena di deficienze e anche costosa. Perché per un servizio da Terzo Mondo si pagava 7 euro e venti e oggi per un servizio, che è peggiorato, da ben un anno si paga 7 euro e novanta. Qualcuno direbbe che al peggio non c’è mai fine…   

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